Posada: Preistoria sarda all’ombra di un castello Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 85 – gennaio/febbraio 2001
pp. 88-93

di Maria Ausilia Fadda

La piccola città sulla costa nordorientale della Sardegna alla foce del fiume che ne porta in nome è la piccola capitale di un territorio che sintetizza una parte significativa della vicenda umana sull’isola: dall’età neolitica al Medioevo

I lavori di scavo per la costruzione delle fondazioni di una casa nel centro storico del borgo medievale di Posada hanno messo in luce parte di un antichissimo insediamento che documenta la presenza dell’uomo a partire dal Neolitico medio; l’occupazione del colle, dominato attualmente dai resti del castello della Fava, risalenti al XII sec. d.C., continuò in età romana e per tutto il Medioevo. Sono oltre seimila anni: dal 4500 a.C. al 1600 d.C. è stato il rinvenimento di microliti, cioè di manufatti di misure molto ridotte, in selce e in ossidiana (vetro vulcanico), di forma trapezoidale e semilunata, usati per ottenere una sorta di lama per rudimentali falci impiegate nelle attività agricole, che ha consentito di appurare l’esistenza di insediamenti rurali stabili nel territorio di Posada appunto già nel Neolitico medio e recente e nella prima età dei Metalli (4500-2500 a.C.).

Il Neolitico recente (3000 a.C.) è ben documentato da resti di ciotole d’impasto, cioè fatte on argilla non depurata, con le superfici decorate a spirali e da altri motivi geometrici caratteristici della cultura prenuragica di San Michele di Ozieri, rinvenuti in località Sas Concheddas, dentro alcuni anfratti del colle su cui sorge il borgo con il castello della Fava. Tali resti ceramici, probabilmente, facevano parte del corredo funerario di sepolture a inumazione praticate all’interno delle cavità presenti nella strapiombante parete calcarea. […]