Archeologia Viva n. 84 – novembre/dicembre 2000
pp. 62-70
a cura di Debora Barbagli
Le vicende degli apostoli considerati padri della Chiesa cristiana trovano la loro unificazione proprio nella capitale dell’impero dove giunsero per vie diverse e dove entrambi trovarono la morte nel martirio
Sullo sfondo le inquietudini di un mondo pagano già predisposto ad ascoltare un messaggio religioso e sociale diverso
Le diverse vicende di Pietro e Polo, i due apostoli considerati Padri della Chiesa cristiana, trovano la loro unificazione proprio a Roma, dove entrambi giungono per vie diversificate, e dove, sembra entrambi trovarono la morte nel martirio. Le principali fonti di conoscenza sulla vita dei due discepoli sono necessariamente legate a quel gruppo di testi cristiani redatto in greco tra la metà del I e gli inizi del II secolo, che costituisce il Nuovo Testamento, di cui Pietro e Paolo sembrano essere in larga parte ispiratori, oltre che protagonisti. Al nuovo Testamento si affiancano i testi cosiddetti apocrifi, cioè non autentici (dal greco apókryphos, ‘occulto’), in quanto non ritenuti “ispirati” e quindi esclusi dalle Sacre Scritture, ma che hanno avuto una parte notevole nell’elaborazione iconografica di episodi legati alla vita dei due santi, nonché le abbondanti notizie riportate dagli autori cristiani. Ultimo anello nel quadro degli elementi che corrono a ricostruire le vicende dei due Padri fondatori della Chiesa è infine costituito dalla ricca documentazione archeologica e artistica. […]