Bedriacum e i Romani in Padania Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 83 – settembre/ottobre 2000
pp. 90-91

di Fabio Eugenio Betti

Le ricerche che da anni si susseguono nel sito di questo antico centro del territorio cremonese lungo la via Postumia fanno luce sulla realtà d’insediamenti minori che caratterizzava il sistema romano dell’economia e del controllo territoriale

Nella parte sudorientale della provincia di Cremona, lungo l’antico corso dell’Oglio, località Sant’Andrea (Comune di Calvatone), sono stati localizzati notevoli resti di un piccolo centro (vicus) che la maggior parte degli studiosi identifica con l’antico Bedriacum. Il vicus di Bedriacum è ricordato dalle fonti quasi sempre in relazione alle due drammatiche battaglie combattute nelle sue vicinanze nel 69 d.C. Svetonio, scrittore romano del I sec. d.C., autore delle Vite dei Cesari, lo nomina nei libri dedicati a Otone, Vitellio e Vespasiano, i tre imperatori che si affrontarono in battaglia proprio a Bedriacum (prima Otone contro Vitellio, poi Vitellio contro Vespasiano). Plutarco (47-127 d.C.), autore di una biografia dell’imperatore Otone suicidatosi dopo la grave sconfitta di Bedriacum, ricorda che «Bedriacum è una città piccola (polichne) nei pressi di Cremona». Ma è soprattutto Tacito, il grande storico romano vissuto tra I e II sec. d.C., a ricordare nelle sue famosissime Historiae gli scontri sanguinosi verificatisi in questo antico centro nel 69 d.C. Anche Plinio, l’autore della Naturalis Historia, ricorda le guerre di quell’anno come le guerre di Bedriacum. Inoltre Beloriaco (cioè Bedriacum) è segnato sulla Tabula Peutingeriana, la copia medievale di una delle più antiche carte geografiche di cui siamo a conoscenza, databile al IV secolo. Sappiamo che il tratto della via Postumia fra Cremona e Bedriacum era denominato Bedriacensis.

«Il vicus – ricorda Gemma Sena Chiesa, docente di Archeologia all’Università statale di Milano – dovette impiantarsi ai margini di un terrazzo fluviale sull’Oglio in una località già occupata in età preistorica, come testimoniano una sepoltura a inumazione riferibile all’età del Rame e un piccolo villaggio palafitticolo della media età del Bronzo». Il fiorente sviluppo dell’abitato romano fu dovuto alla favorevole posizione lungo la Postumia, antica strada consolare costruita da Spurio Postumio Albino nel 148 a.C. che congiungeva l’antica Genua (Genova) con Aquileia, e alla vicinanza del fiume Oglio collegato all’asse fluviale del Po. Bedriacum svolse così un’importante funzione di nodo di traffici tra la Venetia, l’Adriatico e l’area padana più interna, dalla fine del II sec. a.C. al V sec. d.C.

I rinvenimenti nell’area dell’abitato romano si susseguono dalla metà del secolo scorso. Le ricerche degli eruditi locali e i lavori agricoli nell’area di Sant’ Andrea di Calvatone portarono alla luce strutture abitative e una gran quantità di reperti di età romana, monete, bronzetti, ceramica, vetri, frammenti di statue in marmo e in bronzo, molti dei quali dispersi in collezioni private. In particolare ricordiamo la scoperta, nel 1836, dei frammenti di una statua in bronzo raffigurante una Vittoria che si posa sul globo; quest’ultimo, ornato da un’iscrizione, permette di datare il pezzo agli anni degli imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero (161-169 d.C.).

Nel 1841, i Musei di Berlino acquistarono questi frammenti provvedendo al restauro e all’integrazione delle parti mancanti della statua, poi divenuta celebre come Vittoria di Calvatone. Le vicende di Berlino alla fine della seconda guerra mondiale portarono alla scomparsa dell’opera. Ma ne esistono tre copie, eseguite da artigiani berlinesi su commissione di Adolf Hitler: una è conservata al Museo civico di Cremona, una a Roma nel Museo della civiltà romana e una al Museo Puskin di Mosca. […]