Chi si rivede… la rassegna di Naxos! Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 82 – luglio/agosto 2000
pp. 72-73

di Sergio Bargagliotti e Franca Cibecchini

Dopo un periodo di sospensione l’archeologia subacquea torna alla ribalta nello storico appuntamento siciliano di Giaridni Naxos

Giardini Naxos, nota località della costa ionica messinese, nonché erede dell’antica colonia greca di Naxos, ha rivisto la “sua” Rassegna internazionale di archeologia subacquea”. L’atteso appuntamento annuale, a rischio di scomparsa, è stato “adottato” dal Comune che è riuscito a rimettere in moto l’organizzazione, pur con un budget contenuto. Gli argomenti sono stati vari, per geografia e cronologia, con una concentrazione d’interventi legati alla regione ospitante, ma con la presentazione di attività recentissime, anche di notevole risonanza.

Il convegno è stato aperto da Luigi Fozzati con il caso del recupero della nave romana del II sec. d.C. rinvenuta nel mare di Grado (Go), di cui già aveva parlato la stampa, soprattutto per il progetto iniziale di sollevare in blocco il relitto. La campagna del 1999, che ha rappresentato la conclusione di dieci anni di lavori sulla «Julia Felix» (così è stata chiamata la nave dagli archeologi), prevedeva appunto il recupero dell’intero scafo grazie a un complesso marchingegno costituito da due telai. Si è invece dovuto ripiegare sulla più tradizionale tecnica di smontaggio perché il sedimento sotto il relitto si è rivelato del tutto incoerente e il legno dello scafo era tanto destrutturato da collassare appena veniva meno il sostegno del fondale. Circostanze da prevedere e che forse si sarebbero evitate se fossero stati coinvolti anche archeologi navali…

Orlando Pandolfi ha illustrato le attività dell’Associazione Marenostrum, in particolare le operazioni svolte in collaborazione con la Soprintendenza per i beni culturali di Messina. Tra queste la prospezione del relitto romano di Sant’Alessio, sul quale, a 63 metri di profondità, è stata eseguita una digitazione fotografica e videodigitale.
Continuano le indagini sul relitto di Porto Palo di Menfi (Ag), presentato da M. Musumeci, relativo a una nave oneraria che trasportava anfore puniche e italiche. La presenza di lische di pesce (tonno?) entro anfore normalmente destinate al vino, ha fatto pensare a un riutilizzo dei contenitori, in questa nave del II sec. a.C. forse proveniente dalle coste tunisine. […]