Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 82 – luglio/agosto 2000

di Piero Pruneti

«Volontari della civiltà». Così titolammo sul numero 23 (ottobre 1991) di «Archeologia Viva» l’ultimo articolo di Ludovico Magrini, fondatore e direttore dei Gruppi archeologici d’Italia fino all’improvvisa scomparsa, poco tempo dopo averci consegnato quel testo, riconosciuto dai suoi collaboratori come testamento spirituale. Magrini si commosse quando trovò quel titolo scelto a sua insaputa. Mi disse che in quel nesso semantico aveva visto tutto il senso di un’esistenza dedicata all’archeologia e al «diritto all’archeologia» e il motivo per continuare la lotta: quella contro l’indifferenza e la massificazione culturale e quella contro gli stessi apparati dello Stato, per lunga tradizione (almeno dai tempi di Garibaldi) portati a considerare i “descamisados” del volontariato come qualcosa di prossimo ai fuorilegge. Per fortuna, sotto quest’aspetto, l’Italia è cambiata abbastanza. Sono poche ormai le soprintendenze che non stabiliscono metodici rapporti di collaborazione con gruppi di volontari, e questo grazie soprattutto ai meriti che i «volontari della civiltà» hanno saputo conquistarsi sul campo.

L’argomento è stato affrontato nell’ambito di un convegno organizzato dalla Società friulana di archeologia (vedi a p. 83), un’associazione che con oltre cinquecento iscritti nella sola provincia di Udine ci dà la misura della capillarizzazione del volontariato culturale. Ma, sempre in proposito, vorrei evidenziare l’articolo Il popolo degli ipogei, di Anna Maria Tunzi Sisto, funzionaria della Soprintendenza archeologica della Puglia, che ci presenta la scoperta grandiosa di una serie di ipogei scavati nell’età del Bronzo. Riportare in luce quelle testimonianze è stata una battaglia dura: i clandestini, le difficoltà ambientali estreme, i danneggiamenti, il tempo. Alla fine quegli ipogei, scavati e documentati, stanno per diventare un parco archeologico. Una vittoria che, come dice l’autrice, non sarebbe stata pensabile senza avere come alleati, oltre ai comuni, le sedi locali dell’Archeoclub: ancora una volta i«volontari della civiltà».

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”