Dalla Grecia a Gela a Gozo: antiche e nuove rotte Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 81 – maggio/giugno 2000
pp. 86-87

di Rosalba Panvini

Una mostra sull’isola di Gozo a Malta riporta alla ribalta la straordinaria vicenda archeologica del relitto arcaico recuperato dalle acque della colonia greca di Gela

Il 9 giugno si inaugura a Gozo (Malta), nei locali del Ministero, nella città di Victoria, Saint Francis Square, la mostra “Antiche e nuove rotte. Dalla Grecia a Gela a Malta”, promossa dall’Assessorato dei Beni culturali, ambientali e Pubblica istruzione della Regione Siciliana. La rassegna, aperta fino al 30 agosto, viene inaugurata dal presidente della Repubblica di Malta, Guido De Marco, alla presenza del ministro di Gozo, Giovanna Debono, dell’assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana, Salvatore Morinello. All’inaugurazione partecipano anche Giuseppe Grado, direttore regionale del medesimo Assessorato, e Giuseppe Gini, soprintendente di Caltanissetta. L’iniziativa, che è prevista nell’ambito di un protocollo d’intesa tra i rappresentanti dei due governi, è curata scientificamente da Rosalba Panvini, direttore della Sezione archeologica della Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Caltanissetta e responsabile del Museo archeologico regionale di Gela. Proprio dal Museo di Gela son stati scelti i reperti esposti a Gozo, provenienti dallo scavo del relitto arcaico di Gela e dalla collezione Navarra di importanti vasi greci ospitata nello stesso Museo.

Della nave è esposto il carico commerciale recuperato a seguito delle campagne di scavo subacqueo condotte nel tratto di mare antistante la costa gelese. L’imbarcazione, greca, databile al primo ventennio del V sec. a.C., è considerata, per stato di conservazione e dimensioni (metri 18x 6,80), una delle più importanti tra quelle individuate del tipo “a guscio” nel Mediterraneo: la struttura portante è costituita dal fasciame, formato da tavole di diversa larghezza connesse con corde vegetali, che, appunto, costituisce il “guscio” al cui interno sono stati posati i madieri (in tutto 17), traversanti lo scafo senza alternanza di tipi continui e staminali. […]