Quella casa romana sotto il Gianicolo Futuro del passato

Archeologia Viva n. 79 – gennaio/febbraio 2000
pp. 86-87

di Roberto Bartoloni

A Roma lo scavo di un tunnel per le rampe di un megaparcheggio ha portato in luce una domus del II secolo d.C. .… con qualche problema

A rigore è uno dei tanti eventi a sfondo archeologico, di quelli che accadono ogni giorno a Roma allorché una ruspa affonda il suo braccio nel terreno. Questo in particolare, però, è emerso dalla routine della quotidianità e, sia per la tipologia dei reperti venuti alla luce sia per la valenza di sapore politico che ha finito per assumere, per vari mesi ha occupato lo spazio della cronaca italiana e internazionale. Per cercare di capire una vicenda che fin dagli inizi ha registrato un dipanarsi convulso e spesso poco chiaro di informazioni, ci affidiamo al resoconto di Carla Socrate, responsabile dello scavo e rappresentante della Cooperativa archeologica Ianus, incaricata dell’indagine nel suo intero complesso da parte della Soprintendenza archeologica di Roma nella persona di Claudio Mocchegiani Carpano, direttore scientifico dello scavo stesso.

«Nel giugno 1997 – racconta Carla Socrate accogliendoci sul luogo dello scavo – nell’ambito dei lavori di risistemazione urbanistica legati al Giubileo, iniziano presso l’imbocco della galleria Principe Amedeo, alle pendici del Gianicolo, gli scavi per l’edificazione di un tunnel sotterraneo di circa un chilometro, destinato a collegarsi agli svincoli per le rampe di un megaparcheggio da costruire sul colle. In seguito a ciò, nel novembre ’98 la Cooperativa Ianus viene incaricata dalla Soprintendenza di seguire i lavori di palificazione per la costruzione dell’armatura del tunnel. Proprio nel corso di queste operazioni di trivellazione si registra la presenza di materiali archeologici, fra cui frammenti di intonaco dipinto, che ci mettono in allarme per la possibile esistenza di testimonianze archeologiche. […]