Rovereto: dieci anni di festival Archeologia e cinema

Archeologia Viva n. 79 – gennaio/febbraio 2000
pp. 78-83

di Claudia Beretta

Per l’Italia e l’Europa è stato un grande evento e ora questa colta città del Trentino è la capitale mondiale del cinema archeologico
La X Rassegna è stata vissuta nella forma sobria di un programma più ricco e impegnativo del solito

Rovereto in festa, lo scorso ottobre, per la decima Rassegna internazionale del cinema archeologico (diretta da Dario Di Blasi e organizzata dal Museo civico in collaborazione con «Archeologia Viva»): una manifestazione che con il passare degli anni è diventata il più importante appuntamento europeo per tutti gli appassionati di archeologia e di cinema. Per celebrare il decennale sono stati proposti ben settantaquattro documentari e sette incontri con altrettanti protagonisti dell’archeologia.

L’ultima Rassegna del millennio ha assegnato il quarto premio “Paolo Orsi” (dedicato al noto archeologo roveretano, in onore del quale la manifestazione nacque nell’ormai lontano 1990): ventisei i film in concorso, sul tema “L’Arte nella storia dell’uomo, dalla Preistoria al Medioevo”. Davvero impegnativo il compito della giuria internazionale formata da Silvana Bezzola (archeologa e documentarista della televisione svizzera), Kurt Denzer (produttore e regista dell’Università di Kiel), Alejandro Trinchant (direttore della Muestra Audiovisual de Patrimonio Cultural di Santander, Spagna), Alberto Farassino (giornalista e docente di Storia e critica del cinema all’Università di Pavia) e Umberto Pappalardo (docente di Antichità pompeiane all’Istituto universitario Suor Orsola di Napoli).

Alla fine di cinque giornate e lunghe sessioni di lavoro, il premio “Paolo Orsi” (dotato di un assegno di dieci milioni) è stato assegnato al film francese Il était une fois la Mesopotamie, ‘C’era una volta la Mesopotamia’, di Jean Claude Lubtchansky, prodotto dalla Gedeon Programmes, «per la ricostruzione di cultura e mitologie dei popoli di quell’area in immagini e atmosfere di grande suggestione visiva e sonora, attraverso un linguaggio cinematografico sapiente e moderno». Oltre al premio “Orsi”, la giuria ha attribuito una menzione speciale a un altro documentario francese, Les Grottes Ornees de Borneo, ‘Le grotte decorate del Borneo’, di Luc Henry Fage, «per la capacità di raccontare una spedizione etnoarcheologica nelle forme cinematografiche di un’emozionante avventura», e una menzione speciale ad personam a una vecchia conoscenza della Rassegna roveretana, la tedesca Elli Kriesch, presente quest’anno con i suoi due ultimi film Rettung für Pompeji?, ‘Salvezza per Pompei?’, e Die Longobarden, ‘I Longobardi’: la vulcanica regista della Bayerischer Rundfunk riesce sempre a unire la passione per l’archeologia a un gusto particolare per l’inchiesta, un mix vincente che rende i suoi film attuali e graditi al pubblico. […]