Transiti e culti al Gran San Bernardo Numismatica

Archeologia Viva n. 79 – gennaio/febbraio 2000
pp. 72-76

di Claudio Gallo

Le monete abbondantemente rinvenute sul luogo ci restituiscono il quadro delle genti e dei traffici che fin dall’antichità affrontarono il passaggio delle Alpi attraverso il celebre valico

Superato di circa duecento metri il confine tra Italia e Svizzera, troviamo il Museo dell’Ospizio del Gran San Bernardo. Qui si trovano numerosi reperti archeologici rinvenuti sulla sommità del colle negli scavi condotti negli ultimi due secoli, fra cui 57 monete (16 celtiche, 20 romane imperiali, 21 fra medievali e moderne) e tre medaglie, delle duemila tutte raccolte sul posto e che si conservano a Losanna.

La ragione del rinvenimento di un tale numero di monete al colle del Gran San Bernardo (2473 m d’altitudine) è data dal fatto che in epoca romana, nel luogo di sosta dopo l’ascesa al colle, era venerato il dio delle vette montane Penn, chiamato Iuppiter Poeninus (‘Giove Pennino’) dai Romani: al dio Penn i viandanti offrivano monete, ai piedi di una rupe sacra, durante la sosta nell’attraversamento della via dell’Alpis Poenina (importante arteria di comunicazione tra il nord Europa e l’area mediterranea), al fine di propiziarsi il viaggio. Secondo Plinio il Vecchio l’antica denominazione del Colle come Summus Poeninus (tradizione già ritenuta erronea da Tito Livio) risale al geniale passaggio di Annibale (Poenus) attraverso le Alpi (218 a.C.).

Probabilmente a partire dall’epoca giulio-claudia, cioè dalla prima metà del I sec. d.C., a giudicare dai bolli sui frammenti di tegole ritrovati negli scavi, in questo luogo oggi chiamato Plan de Jupiter (o Plan de Joux), di fronte alla rupe sacra venne innalzato un piccolo tempio votivo dedicato appunto a Iuppiter Poeninus. Nello stesso periodo con ogni probabilità furono edificate anche due mansiones, dove i viandanti potevano rifocillarsi, dormire, ferrare i cavalli e… incidere le placchette votive da appendere alle pareti del tempio come offerta al Summus Poeninus. Probabilmente, fu l’imperatore Claudio (41-54 d.C.), che mirava a conquistare la Britannia, a far trasformare il sentiero che attraversava il colle in una strada agevole e percorribile dai carri, quasi completamente intagliata nella roccia. […]