Famiglie bene a Nuceria La regione del Vesuvio in età romana

Archeologia Viva n. 79 – gennaio/febbraio 2000
pp. 50-57

di Marisa de Spagnolis

Sotto uno strato di ben sette metri di sedimenti è stata ritrovata una serie di monumentali sepolture scenograficamente allineate sulla strada che entrava a Nuceria Alfaterna/Costantia una delle città antiche più importanti della fertile regione vesuviana

La città di Nuceria Alfaterna, oggi Nocera Superiore (Sa), è stata uno dei centri più importanti della Campania antica, nata alla fine del VI sec. a.C. dal sinecismo dei villaggi attivi nella regione a partire dalla fine del IX sec. a.C., a noi noti attraverso le necropoli rinvenute nella valle del Sarno (vedi: AV n. 70).

Nel V secolo Nuceria divenne un importante centro sannita e assunse l’appellativo di Alfaterna dal nome della tribù cui apparteneva. Nel medesimo periodo fu a capo di una confederazione di città dell’area vesuviana, tra cui Pompei ed Ercolano. Tra il 280 e il 210 a.C. batté anche una propria moneta. Durante la seconda guerra sannitica (326-304 a.C.), Nuceria Alfaterna aderì alla causa italica e al termine del conflitto ottenne un trattamento favorevole da Roma, alla quale rimase sempre fedele, come nel caso della seconda guerra punica che costò alla città la distruzione da parte di Annibale (216 a.C.). Altre distruzioni riguardarono il territorio nocerino nel 90 a.C., nell’ambito della guerra sociale, mentre un nuovo saccheggio toccò alla città a opera delle bande di Spartaco durante la guerra servile (73-71 a.C.). Nel 42 a.C, durante il triumvirato di Ottaviano, Antonio e Lepido, vi fu dedotta una colonia e la città prese il nome di Nuceria Constantia per la sua fedeltà a Roma. La città subì, seppure in misura non devastante, le conseguenze dei cataclismi che interessarono l’area vesuviana nel I sec. d.C.: il terremoto del 62 d.C. e l’eruzione del 79 d.C., che ricoprì le strade e i tetti con mezzo metro di lapilli. La ripresa fu molto lenta e in età imperiale Nuceria non raggiunse più la prosperità precedente.
Durante la guerra gotica (535-553), secondo quanto testimonia lo storiografo Procopio di Cesarea, la città cadde in possesso del re goto Teia e iniziò lo spopolamento. Nel VI secolo Nuceria Constantia risulta abbandonata.

La città presentava un impianto urbano di tipo ippodameo, cioè con vie principali longitudinali (plateiai) intersecate da vie ortogonali (sténopoi), e un perimetro murario di metri 1000 x 1200 delimitante un’estensione di circa 120 ettari, quasi doppia, anche in epoca romana, rispetto a quella della vicina Pompei (a solo nove miglia di distanza) cui era collegata con un importante asse viario, la strada Nuceria-Pompeios.Un secondo asse viario, sempre a occidente, collegava Nuceria Alfaterna a Stabiae. All’interno della città questi due assi viari costituivano probabilmente le due plateiai, cioè le strade principali parallele fra loro.

Sulla prosecuzione a oriente della plateia meridionale, cioè della via che dalla parte opposta della città, verso occidente, proseguiva per Stabia, si innestava una strada, larga mediamente dieci metri, che portava verso l’attuale località Camerelle, dove terminava e dove confluivano la via Popilia, proveniente da Sarno, e la via proveniente da Abellinum (Avellino). Lungo questo antico asse viario, a circa trecento metri dalla porta urbica (che possiamo chiamare Porta Salerno, in quanto rivolta in quella direzione), in località Pizzone è stata scoperta una necropoli monumentale che, con la sua grandiosità, bene attesta la potenza dei romani della colonia nucerina in età tardo repubblicana. […]