Le tombe ritrovate Importanti restauri in Egitto

Archeologia Viva n. 25 – dicembre 1991
pp. 24-31

di Mohammed Nasr e Alberto Siliotti

Prosegue la grande lotta contro il tempo per salvare gli ipogei dipinti dell’antica Tebe dall’accelerato deterioramento

Tre bellissime tombe con scene di vita quotidiana di una freschezza incredibile sono state restaurate dall’Egyptian Antiquities Organization per essere aperte al pubblico
Intanto le ha potute visitare in anteprima l’inviato di “Archeologia Viva”

Si tratta di tre tombe, poste a qualche decina di metri di distanza tra loro in una delle necropoli private dell’antica Tebe, le cosiddette “tombe dei nobili”, e precisamente in quella chiamata Sheikh Abd el-Qurna, vicino al villaggio di Qurna, tra il Ramesseo e la montagna tebana.

Le tombe private di Tebe sono di estremo interesse per la bellezza dei loro di pinti, nei quali sono raffigurati non tanto scene mitologiche o magico-religiose, come avviene nelle sepolture reali, bensì momenti della vita quotidiana con scene spesso di grande freschezza che ci riportano indietro nel tempo di oltre tre millenni.

Su questo eccezionale patrimonio grava la minaccia di un deterioramento dovuto alle infiltrazioni d’acqua e probabilmente anche all’aumento dell’umidità dell’aria. Molte tombe hanno dovuto essere chiuse al pubblico in attesa di un restauro: su oltre quattrocento ipogei solo una decina sono visitabili.

Dopo pazientie delicati lavori da parte dell’Egyptian Antiquities Organization tre tombe di Sheikh Abd el-Qurna hanno riacquistato buona parte dell’originaria bellezza.

La prima di queste tombe, la n. 31, preparata per Khons, detto To, “primo profeta di Menkheperre-Thutmosi III”, è decorata con belle scene riguardanti la festa del dio Montu. Su un lato il defunto, rappresentato come un sacerdote, e il suo fratello versano incenso e fanno offerte alla barca di Montu. Sul lato opposto, in un chiosco, il defunto fa offerte alla barca di Thutmosi III che arriva a Armat (sito a nord di Tebe, zona di orgine del dio Montu) e viene poi portata dai sacerdoti al tempio.

Un’altra parete mostra scene che rappresentano il defunto, sua moglie e Usermontu, il Visir, portati da Harsiesi per il giudizio di Osiri, Isi e Nefti con la pesatura rituale del cuore alla presenza di Maat, dea della giustizia e dell’ordine cosmico, e di differenti divinità.

In basso compare una processione funeraria con persone piangenti presso le tombe a piramide, dettaglio questo estremamente importante per darci un’idea dell’arspetto originario delle tombe-cappelle di Deir el Medina. […]