Aquileia Sulle vie dei barbari

Archeologia Viva n. 25 – dicembre 1991
pp. 10-23

di Maurizio Buora

La città nacque come colonia latina nel 181 a.C. per contrastare la penetrazione gallica nella regione nord-orientale della penisola mantenendo per secoli il proprio ruolo storico di baluardo e di ponte

Ospitò imperatori di passaggio e velleitari usurpatori padri della chiesa e patriarchi

Lo storico romano Livio riferisce con dovizia di particolari alcuni avvenimenti accaduti in Friuli, a un centianaio di chilometri dalla sua città natale, poco più di un secolo prima della sua nascita. Dice dunque lo storico patavino che nel 186 a.C. una banda di Galli transalpini, discesi nella Venetia, avrebbe invaso un territorio apparentemente disabitato, fondandovi un insediamento, a circa 12 miglia dal luogo ove poi sarebbe sorta Aquileia.

Del fatto fu prontamente informato il Senato romano che inviò un console con l’esercito, il quale riuscì a convincere i galli, ospiti indesiderati, a riprendere la strada di casa. Dopo una lunga discussione in Senato, nel 181 a.C. venne fondata la città di Aquileia, con lo stato giuridico di colonia latina, ovvero federata dello stato romano.

L’episodio, notissimo, si presta a diverse spiegazioni. Fino alla metà di questo secolo molti studiosi videro in questo il destino di Aquileia (ma si sarebbe potuto leggere Trieste e in genere la parte nord-orientale d’Italia) ritenuta fin dai tempi della repubblica romana antemurale rispetto alla barbarie straniera. Altri vi lessero il completamento di un disegno di espansione coloniale, solo momentaneamente interrotto dalla discesa di Annibale.

Altri ancora, colpiti dall’abbondanza delle assegnazioni di terra ai primi coloni, un esperimento di capitalismo agrario. Oggi la ricerca archeologica ha in parte recuperato lo sfondo storico che Livio non conosceva o non ritenne opportuno di illustrare.

La presenza di merci e monete romane è attestata in Aquileia e nel territorio circostante dagli ultimi decenni del III sec. a.C. Forti influssi italici, forse ancor prima della venuta dei coloni dal centro Italia, si fecero sentire, tramite Adria, dall’area etrusca e dalla costa adriatica, in particolare dalla Daunia.

Dunque, prima della colonia romana esistevano già sotto i Paleoveneti, benché in posizione marginale rispetto ai loro centri principali, uno scalo fluviale e un abitato, protetto da paludi “saluberrime” (così le definisce Vitruvio allo scorcio del I sec. a.C.), vicino ma non troppo ai valichi alpini e alle popolazioni transalpine pronte, come si è visto, a riversarsi sulla fertile piana. […]