Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 25 – dicembre 1991

di Piero Pruneti

Archeologia e mass media. Non possiamo dire che le due realtà non si incontrino. Carta stampata e televisione ci informano sulle scoperte eclatanti, quelle capaci di coinvolgere l’immaginario collettivo, quelle più immediatamente riconducibili ai ben pochi concetti di cultura storica che dopo la scuola rimangono in testa alla gente.

Si veda l’eccezionale successo di “audience” che ha riscosso la mummia ritrovata nel ghiaccio del Similaun, un rinvenimento di importanza certo straordinaria, ma non superore a scoperte altrettanto fondamentali per la ricostruzione del passato nelle quali spesso si imbatte l’archeologo e che non fanno il giro delle agenzie di stampa.

Comunque esiste un efficace circuito dell’informazione archeologica, che solo nel nostro paese riesce a coinvolgere milioni di persone, e non possiamo che rallegrarcene contribuendo, per quanto riusciamo, a procurare gli approfondimenti di cui il pubblico più preparato sente l’esigenza.

Sopravvivono poi i luoghi comuni, pressoché inutili per definizione, dei quali anche la grande stampa potrebbe fare a meno, impiegando quegli stessi spazi per una migliore qualità del messaggio.

È successo per il Congresso Internazionale di Egittologia svoltosi a Torino. Centinaia di archeologi, storici, filologi, glottologi e specialisti di materie sussidiarie dell’Egittologia hanno parlato per giorni davanti a un pubblico di qualche migliaio di persone delle scoperte e dell’avanzamento delle ricerche in una disciplina fra le più studiate al mondo.

Ebbene, la notizia maggiormente ripresa al riguardo, forse anche per qualche maldestro tentativo degli organizzatori di rendere popolare l’avvenimento, è risultata quella della solita “maledizione dei faraoni” su chi in qualche modo si occupa di loro.

Questa volta sarebbe toccata al soprintendente archeologo del Piemonte che ha avuto un incidente di macchina mentre si recava al convegno. Dei temi dibattuti, a parte l’impegno particolare del quotidiano di Torino che ha sostenuto l’iniziativa, è stato detto molto meno.
Anche in archeologia si può informare, e scherzare, meglio.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”