Le acque di Fontanelice Antica ingegneria idraulica

Archeologia Viva n. 24 – novembre 1991
pp. 67-71

di Diego Bianchi, Laura Mazzini e Franco Merlini

Nel sottosuolo di questa cittadina dell’Appennino imolese fortificata all’epoca della guerra greco-gotica è stato esplorato un complesso sistema di gallerie e cisterne

In tema di idraulica antica l’Emilia-Romagna e la Padania appenninica stanno restituendo manufatti di notevole interesse. Accanto agli esempi più rilevanti costituiti dagli acquedotti romani del Ronco Bidente (l’antico acquedotto di Traiano da Meldola a Ravenna, poi restaurato da Teodorico), di Pesaro (vedi AV n. 14), del Setta e altri, esistono manufatti “minori” che comunque testimoniano la grande diffusione di una cultura e di una tecnologia dell’acqua.

Questa, dal periodo romano attraverso tutto il Medioevo, mantenne pressoché intatti i canoni vitruviani attraverso la necessaria continuità delle tecniche costruttive.

Il complesso di Fontanelice, presso Imola, in provincia di Bologna, che qui presentiamo con un rapporto per ora limitato alla descrizione e all’interpretazione funzionale, è appunto un esempio minore e tuttavia molto interessante dal punto di vista costruttivo.

Fontanelice si trova nella media valle del fiume Santerno che sbocca nella Pianura Padana in corrispondenza di Imola, città nota in epoca romana con il nome di Forum Cornelii, dalla quale dista circa 15 chilometri verso l’Appennino.

Il paese sorge su una balconata rocciosa alta sul fiume in corrispondenza di un antico terrazzo fluviale modellato da un substrato abbastanza tenero da essere agevolmente scavato: si tratta della cosiddetta formazione marnoso-arenacea romagnola. Poco a monte questa stessa formazione geologica diventa un’arenaria compatta che è servita per secoli come materiale da costruzione.

Sul pianoro di Fontanelice l’acqua, filtrando sotto la più recente coltre detritica, scorre su questo letto impermeabile venendo così raccolta dal pozzo di captazione di un impianto idraulico, il complesso delle cisterne, scavato nella viva roccia a circa 8 metri di profondità.

La situazione geologica e idrica di Fontanelice fa pensare a un utilizzo locale del complesso ipogeo, che indubbiamente costituisce l’apparato di testata di un acquedotto o di una fonte. […]