Netion: la città perduta Importanti risultati di una indagine topografica

Archeologia Viva n. 24 – novembre 1991
pp. 60-66

di Raffaele Ruta

Sebbene citata da Strabone ed evocata da Plinio il Vecchio che elenca i suoi abitanti fra i popoli della Puglia centrale Netion sembrava scomparsa per sempre nel grande mare del passato mancando qualsiasi testimonianza concreta della sua lontana esistenza

Ora attenti studi topografici avrebbero individuato l’antico centro apulo su una collina del territorio di Andria lungo il tracciato della via Traiana

Strabone di Amasia, il noto geografo greco vissuto nel I sec. a.C., ai viaggiatori che dalla Grecia e dall’Oriente sbarcavano a Brindisi additava due strade che consentivano loro di raggiungere Roma, descrivendone in modo sommario il percorso.

La prima, la Minucia (costruita dal console Minucio e in seguito divenuta Via Traiana), attraverso il territorio dei Peuceti, dei Dauni e dei Sanniti perveniva a Benevento, passando per Gnathia, Caelia, Netion, Canusium ed Herdonia; la seconda, l’Appia, attraverso Taranto, Oria e Venosa giungeva pur essa a Benevento, ove si univa alla precedente per giungere a Capua e infine a Roma.

Le città poste sul tratto che qui interessa sono facilmente riconoscibili nel centro portuale di Egnazia, sulla via costiera adriatica che congiunge Brindisi al capoluogo pugliese, in Ceglie del Campo, a pochi chilometri a sud di Bari, e così Canosa e Ordona, ove la missione archeologica belga di Mertens sta conducendo da anni campagne di scavo.

Non si riusciva invece a ubicare Netion, che nei secoli è rimasta sempre un rompicapo per gli studiosi. Netion, come i centri di Ruvo, Canosa, Bitonto, Ceglie e Azetium, disposti lungo la fascia mediana della premurgia, cioè fra la costa e colline delle Murge, doveva essere una città di origine illirico-iapigia la cui fondazione si può far risalire a circa l’VIII sec. a.C. Si tratta evidentemente di un’ipotesi deducibile dal contesto storico-archeologico regionale che dovrà essere confermata da metodiche campagne di scavo, auspicabili prima che i molti tombaroli attivi nella zona compromettano irrimediabilmente la lettura dei contesti.

Sempre all’indagine archeologica è affidato il compito di far luce sui tempi e i modi della fine di Netion, che, solo per formulare una delle molte possibili ipotesi, si può attribuire alla distruzione voluta da Roma all’indomani della campagna di Annibale in Italia per punire Netion della propria defezione nella guerra contro Cartagine, al pari della città “gemella” (le foto aeree hanno rivelato una estrema somiglianza strutturale dei due centri) di Monte Sannace, nei pressi dell’attuale Gioia del Colle. Ma, come si è già detto, la ricerca archeologia di Netion è tutta da iniziare, dal momento che finora non si era neppure riconosciuto il punto topografico delle sue rovine. […]