Percorsi della memoria Nei luoghi del passato

Archeologia Viva n. 24 – novembre 1991
pp. 26-33

di Georges Vallet

Nei dintorni di Napoli là dove fu sepolto Virgilio e profetizzò la Sibilla…

Qui le immagini dei monumenti ci guidano alla ricoperta dello spirito che unisce l’umanità di ieri alla nostra

All’epoca in cui l’Europa della cultura finiva a Napoli, i “viaggiatori” opponevano tradizionalmente nei loro giudizi Roma, la città antica per eccellenza, un po’ ferma nel tempo, a Napoli, la città moderna, brulicante di vita, dove chiese, palazzi, guglie crescevano come funghi, la città nella quale un passato glorioso non aveva lasciato quasi nessuna traccia…

Vi si visitava il sepolcro di Virgilio, si disegnavano le colonne del Tempio dei Dioscuri, si sapeva che la “Grotta” o “Crypta romana”, tagliata nel fianco del Vomero per migliorare le comunicazioni tra Pozzuoli e Napoli, risaliva all’epoca di Augusto, ma questa era ben poca cosa di fronte alle chiese rutilanti d’oro, più ricche ancora di quelle di Roma.

Per lo sguardo europeo, Napoli era la via Toledo, più animata della rue Saint Honoré, le carrozze che correvano a tutta velocità, i lazzaroni che riempivano le viuzze del centro e anche, e soprattutto, la stupenda bellezza del Golfo. «Mai si è visto – scriverà Stendhal – in Rome, Naples et Florence, un tale insieme di mare, di montagne, di civiltà».

Tale era Napoli-città. Accanto a questa l’Europa della cultura e dell’arte conosceva da generazioni “les environs de Naples”, i dintorni di Napoli. Nel 1671, Colbert, che aveva deciso di mandare il figlio in Italia per completare la sua cultura, preparava con cura il viaggio che il giovane doveva compiere; enumerava le città da visitare e precisava che, per Napoli, occorrevano «trois ou quatre jours, pour la ville et ses environs». […]