Pavia bimillenaria Le città che hanno fatto la storia

Archeologia Viva n. 24 – novembre 1991
pp. 10-25

di Hugo Blake, Michela Torcellan Vallone e Novella Vismara

L’antica capitale del Regnum Italiae celebra se stessa attraverso iniziative espositive ed editoriali che ne riassumono le ricerche gli studi e gli scavi archeologici

La lunga storia della città i svolge in una sorprendente serie di decadenze e rinascite

Duemila anni di storia non sono pochi. Li celebra una delle nostre città più illustri, l’antica capitale del Regnum Italiae, e si tratta solo degli ultimi millenni noti, poiché poco si sa di quanto era avvenuto prima.

Pavia è per questo una città ricca e misteriosa, ricca di storia vissuta sempre in primo piano, misteriosa nelle sue vere origini – non esiste una data di fondazione – nelle decadenze seguite ad assedi e razzie e soprattutto nelle sue rinascite, quasi che a ogni capitolo concluso se ne dovesse senza indugio aprire un altro.

A differenza di altre città più “romantiche”, Pavia non è mai vissuta di rimpianti, protesa in un magico momento di splendore, unico e mitizzato, altrimenti non ci sarebbero state le molte Pavie: romana, ostrogota, longobarda, carolingia, romanica, reale, imperiale, ducale, rinascimentale… e forse altre ancora che non sono state ancora scoperte.

Ticinum romana sorse sulla sinistra del fiume omonimo, in un’area già di frequentazione ligure-gallica, dove forse da tempo si trovava un centro di popolmento. Posta su un terrazzo fluviale, a pochi chilometri dalla confluenza del Ticino con il Po, la città ebbe presto importanza strategica e commerciale, inserita com’era in una rete di comunicazioni viarie, sia terrestri che fluviali. Vi confluivano infatti importanti strade, come la Flavia che la collegava a Torino e Vercelli o come un ramo della via Postumia che portava a Lodi e a Milano.

Perduti ormai, inghiottiti dal tempo, i più insigni monumenti che dovevano ornare Ticinum romana, rimane ancora la struttura planimetrica del centro storico, costituita da assi ortogonali secondo uno schema a scacchiera tipico delle città romane, che delimita isolati quadrati di circa 80 metri di lato.

Al centro della struttura si incrociano tuttora i due assi principali, uno in direzione nord-sud (Strada Nuova), l’antico cardine, l’altro in direzione est-ovest (Corso Cavour e Corso Garibaldi), cioè il decumano. La città romana, di forma rettangolare, era protetta da una cinta muraria, nella quale di aprivano le porte in corrispondenza delle principali vie di comunicazione. […]