I Templi abusivi Futuro del passato

Archeologia Viva n. 24 – novembre 1991
pp. 6-7

di Walter Mazzitti

È stato firmato il decreto di perimetrazione del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento che riconferma i vincoli del decreto Gui-Mancini del 1968

Sembra dunque imboccata la strada giusta per la tutela di una delle aree monumentali più celebri del mondo anche se intanto sono spuntate ben duemila costruzioni abusive

Dopo decenni di roventi polemiche finalmente il Presidente della Regione Siciliana, Nicolosi, sentito il parere degli organi competenti e dell’associazionismo culturale, rappresentato dall’Archeoclub d’Italia, ha firmato il decreto di perimetrazione della Valle dei Templi di Agrigento.

Il ritardo di quasi sei anni ha purtroppo fatto si che nell’area vincolata siano state realizzate, nel frattempo, oltre duemila costruzioni abusive, tra case di civile abitazione, garage, attività artigianali, eccetera.

Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da violenti contrasti sorti tra gli abusivi riuniti in comitato, che pretendono la legittimazione del loro operato, i politici, divisi tra spalleggiatori degli abusivi e sostenitori – per la verità molto pochi – del rispetto delle leggi, e il mondo culturale, che comunque invoca la immediata realizzazione del parco per porre fine al dilagante scempio che l’abusivismo edilizio ha provocato a danno di uno dei complessi archeologici più suggestivi del mondo.

Venticinque anni fa un assessore del Comune di Agrigento suggerì di abbattere con le ruspe i templi che impedivano l’espansione della città verso il mare. Se ancora oggi, come documentano i clamorosi attacchi degli abusivi al Decreto Nicolosi, spalleggiati dai nuovi amministratori agrigentini, le esigenze di tutela della Valle passeranno in secondo piano rispetto a quelle di sviluppo economico e sociale e di conservazione di un patrimonio edilizio realizzato in barba alle leggi, bisognerà cominciare seriamente a credere che abusivi sono i templi, abusiva l’intera vallata dei mandorli e degli ulivi che risale verso l’acropoli dominante. […]