Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 24 – novembre 1991

di Piero Pruneti

A questo punto si può parlare davvero di “Templi abusivi”, come ad effetto titola il proprio articolo Walter Mazzitti, presidente dell’Archeoclub d’Italia, che volentieri ospitiamo in questo numero della rivista. Nel mare di case che ormai li pressa da vicino e nella ostilità più o meno palese, per essere di ostacolo allo “sviluppo” della città moderna, quei templi cominciano a sentirsi in imbarazzo, sentono di dar noia; penso che vorrebbero andarsene.

E allora diamoli via, vendiamoli a peso d’oro a qualche museo americano e che poi si aprano e pratiche per allagare di cemento la ex Valle dei Templi. Con rinnovate ragioni potremmo quindi continuare a dire agli agrigentini, ripetendo Empedocle, che «costruiscono come se dovessero vivere per l’eternità».

Non se la prendano gli abitanti di Agrigento per questo breve e innocuo sfogo; soprattutto non si offendano i tanti agrigentini che si battono anche loro per la tutela della Valle, il nostro è solo un modo per mettere il dito nella piaga, per contribuire a salvare il salvabile. Sappiamo bene quanto siano ingiuste le accuse indiscriminate quando esistono invece ben precise responsabilità individuali. La città ama i suoi templi, d’altronde cosa sarebbe nel mondo il nome di Agrigento senza quelle pietre.

Non lasciamoci dunque scoraggiare dallo sconcio consumato fino ad oggi e mettiamoci a costruire davvero il futuro di questa grandiosa area archeologica. Il recente decreto regionale di perimetrazione del Parco della Valle dei Templi è l’ultima prova di credibilità per un complesso di istituzioni che finora non hanno saputo salvaguardare quello che sembrava ovvio e scontato, non solo in nome della civiltà, ma anche ai fini concreti e quotidiani della produttività economico-turistica. Almeno ora cerchiamo di fare le cose serie: si eviti il parco-recinto, si conservino ai templi le quinte millenarie del paesaggio che ancora sopravvivono e se qualche ruspa si deve muovere per ripristinare le zone più compromesse, prima si accendono i motori meglio è. Dal Parco di Agrigento si comincerà a riscrivere la storia urbanistica di una città troppo a lungo chiacchierata.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”