Copie da esposizione Scienze per l'archeologia

Archeologia Viva n. 23 – ottobre 1991
pp. 78-79

di Cristina Dal Ri

Quando un reperto è troppo fragile per essere trasportato o maneggiato di frequente, una valida soluzione è costituita dall’impiego di fedeli riproduzioni
Ecco come si è proceduto per realizzare la copia di un prezioso falcetto ritrovato nelle palafitte di Fiavè in Trentino

Le tecniche di riproduzione degli oggetti permettono di ottenere esemplari esattamente identici agli originali, in materiali come il gesso o varie resine sintetiche. Anche dopo l’intervento di restauro infatti, accade spesso che i reperti archeologici risultino eccessivamente fragili e delicati per essere trasportati e maneggiati, oppure ancora esposti in ambienti che non abbiano i requisiti necessari a garantirne l’inalterabilità e la conservazione. Ci si riferisce a esposizioni realizzate in edifici storici o con strutture non specificamente progettate, dove l’oggetto restaurato, in mancanza di adeguati e preventivi accorgimenti tecnici e tecnologici, può essere sottoposto a un pericoloso impatto fisico-ambientale. Basti pensare ad alcuni fra i più comuni fattori che incidono sul processo di deterioramento dei manufatti: l’umidità e gli eccessivi o rapidi sbalzi di temperatura. I fenomeni di riscaldamento o raffreddamento, infatti, possono in determinati casi generare fratture, provocate dall’espansione o contrazione dei materiali.

Come costruire copie per uso didattico
Una valida soluzione è costituita dall’impiego di fedeli riproduzioni in materiale plastici che, grazie alla loro resistenza, consentono utilizzi preclusi ai reperti. In primo luogo in relazione alla maneggiabilità, quindi alla possibilità di avere un contatto non solo visivo con i modelli della cultura materiale del passato. È intuibile, dunque, l’importanza delle copie quale ausilio didattico. Inoltre, partendo da singoli frammenti originali, si possono operare, sulla base di studi interpretativi, ipotetiche ricostruzioni o composizioni di varie parti.
La dimestichezza con le tecniche di riproduzione risulta utile anche nel restauro tradizionale, permettendo la creazione di “corpi” su cui disporre i vari frammenti trattati. Le copie, infine, possono sopperire alla frequente e pressante richiesta da parte di istituzioni locali di documentare in centri periferici, non sufficientemente sicuri e attrezzati, i rinvenimenti avvenuti in zone adiacenti. […]