Il grido di dolore di Giovanni Lilliu Futuro del passato

Archeologia Viva n. 22 – settembre 1991
pp. 74-78

a cura di Piero Pruneti

Il male profondo dei beni culturali…

In un discorso dal forte contenuto civile pronunciato al recente convegno di Carbonia il “grande vecchio” dell’archeologia sarda ha denunciato senza mezzi termini il male profondo dei beni culturali della sua isola, sintomo ed effetto delle più vaste carenze nazionali

Mentirei a me stesso e agli altri se dicessi di fare questo intervento con entusiasmo – lo faccio anzi forse malvolentieri – convinto che allo stato delle cose, l’intervento non possa risultare se non una mera esercitazione retorica, una delle tante non insolite nei convegni che, a ogni piè sospinto e per ogni occasione, si celebrano a centinaia, spesso inutili, nel nostro Paese.

Affermo che è vano tracciare linee operative per valorizzare – direi, meglio, studiare – i modi di esternare i valori insiti all’origine del patrimonio archeologico. 
Vano perché tali linee non troverebbero applicazione altra da quella distorta dell’attuale situazione di governo, non solo per i beni archeologici, ma in generale per i cosiddetti “Beni Culturali”, in Italia come in Sardegna.

Va detto subito per evitare equivoci e non suscitare risentimenti personali, che nel dissesto non sono responsabili gli addetti ai lavori i quali, loro malgrado, sono strumenti e vittime nello stesso tempo d’un sistema di politica e di organizzazione dei Beni Culturali anacronistico e perverso. […]