L’altare di Collelungo L'Umbria nel Medioevo

Archeologia Viva n. 22 – settembre 1991
pp. 52-57

di Ruggero Iorio

Ecco la storia di un ritrovamento “minore” e tuttavia necessario nel grande mosaico della storia che le scoperte grandi e piccole vanno ricostruendo

Nella chiesa di San Mattia di Collelungo, piccolo e silenzioso paese nella campagna di Todi, sono tornate in luce testimonianze del periodo in cui la zona ebbe grande importanza strategica nelle contese fra Longobardi e Bizantini per il possesso della Penisola

L’aspetto storico e artistico dell’Umbria si basa, in modo determinante e sostanziale, sui maggiori insediamenti, sia urbani che militari, che ebbero importanza politica e strategica fin dall’antichità, ma soprattutto nel periodo della tarda antichità e del primo Medioevo.

Tali siti erano inseriti nella particolare situazione tipografica dei territori della media valle del Tevere, indifferentemente sulla riva destra e sinistra del fiume. In epoca romana l’Etruria meridionale, e quindi anche l’Umbria medio-tiberina, corrispondeva in buona parte alla Regio Sexta della ripartizione augustea, modificata successivamente da Diocleziano.

Riferimenti precisi a castelli e fortificazioni sono presenti in diverse fonti storiche, fra le quali ricordiamo Tito Livio. È comunque certa la presenza di agglomerati urbani nella zona in questione, dalle ridotte dimensioni, ma al tempo stesso ben organizzati, spesso anche confederati sotto una comune e locale unione amministrativa.

Punto strategico tra Longobardi e Bizantini

Successivamente il dominio longobardo modificò radicalmente l’assetto della regione, soprattutto con la costituzione di quella grossa entità politica dell’Italia alto-medievale che fu il ducato di Spoleto, fondato da Faroaldo nel 571, quindi poco dopo l’arrivo dei Longobardi in Italia (568).

I Bizantini, avversari dei Longobardi per il dominio dell’Italia, ottennero, non senza contese, il possesso della principale strada di collegamento tra Roma e Ravenna, qundi tra il Papa e l’Esarca, incaricato imperiale dell’amministrazione bizantina in Italia.

La strada transitava nello stretto corridoio  naturale che collega Amelia e Gubbio verso est e Orte a Cortona, passando per Orvieto e Chiusi; costituiva pertanto una vera spina nel fianco per i Longobardi.

Al centro di questo stretto corridoio, rimasto dal VII secolo in poi saldamente in mano ai Bizantini, che in tal modo controllavano i transiti e le comunicazioni di mezza Italia, si pone l’agglomerato urbano fortificato di Collelungo, collocato sulla sponda destra del Tevere, vicino ai centri maggiori di Todi, Perugia e Orvieto. […]