Un museo per l’emerita città di Augusto Futuro del passato

Archeologia Viva n. 21 – luglio/agosto 1991
pp. 70-71

di Anna Maria Reggiani

In soli quattro anni si sono conclusi a Merida in Spagna i lavori del Museo Nazionale di Arte Romana

Per la impostazione teorica e le soluzioni progettuali adottate la nuova realtà museale si pone come modello di riferimento a livello europeo

Come molti musei europei, anche il Museo Nazionale Romano di Merida deve la sua formazione alla passione per il collezionismo da parte di famiglie di aristocratici e, in particolare, a quella dei Vargas che, fra il XVI e il XVIII secolo raccolsero materiali pregevoli nei loro palazzi.

Costituito ufficialmente nel 1838 e sistemato nella chiesa del convento di Santa Chiara, il Museo Nacional de Arte Romano di Merida è attualmente alla ribalta del mondo archeologico europeo per il nuovo allestimento.

La struttura che, a prima vista, si lega idealmente con l’architettura romana da cui trae ispirazione per tipologie e uso dei materiali, è stata realizzata anche per proteggere i resti emersi durante le demolizioni operate per costruire l’edificio museale e costituiti da un piccolo quartiere urbano.

La storia della realizzazione del Museo Nazionale Romano di Merida è quindi interessante oltre che per il tipo di operazione culturale effettuata, anche per la risoluzione ai vari problemi tecnico-scientifici – dalla conservazione in sito dei resti, all’allestimento dei pezzi – condotti a termine in soli quattro anni, in un clima sicuramente non facile, tenendo conto delle vicissitudini iniziali. […]