La scoperta di Suasa Città romane abbandonate

Archeologia Viva n. 21 – luglio/agosto 1991
pp. 50-61

di Piero Luigi Dall’Aglio, Sandro De Maria, Paolo Quiri e Gian Franco Bruzzi

Novecento anni di storia riemergono nell’entroterra marchigiano dopo quattordici secoli di oblio…

Costruita nel III sec. a.C. quale centro di collegamento di collegamento fra gli Appennini e l’Adriatico la romana Suasa visse fino ai tempi della guerra greco-gotica che ne provocò l’inesorabile abbandono

La maggior parte della città e dei centri minori marchigiani sorgono oggi sulla cima di alture, più o meno isolate, poste lungo i crinali che separano le vallate.

Ai loro piedi i terrazzi di fondovalle, costruiti dai fiumi, sono tagliati dalle strade, che collegano il settore appenninico alla costa, e punteggiati da fattorie e da paesi, che devono la loro nascita e la loro recentissima espansione alla presenza, appunto, della bisettrice di valle. Tale distribuzione è, tutto sommato, piuttosto recente, non rimontando oltre l’alto medioevo.

Ancor prima, in età romana, le città sorgevano invece in basso, sui terrazzi di fondovalle, o lungo le strade che risalivano le vallate, mentre sui crinali vi erano, al più, fattorie isolate o piccoli villaggi.

Furono le vicende della guerra greco-gotica (535-553), con la conseguente impossibilità di difendere le varie città ora dell’uno ora dell’altro esercito, a determinare, nel VI secolo, tale sconvolgimento. A tale generale evoluzione non si sottrasse neppure Suasa.

Questa antica città sorgeva in quello che oggi è l’entroterra di Senigallia, nella media valle del Cesano, su un terrazzo, alla destra del fiume, oggi denominato Pian Volpello e sito ai piedi dell’alturasu cui sorge l’attuale capoluogo comunale di Castellone di Suasa.

Essa nacque, con ogni probabilità, come praefectura nel corso del III sec. a.C., in seguito alle assegnazioni decise dal senato con la Lex Flaminia de Agro Gallico et Piceno viritim dividundo nel 232 a.C. La sua trasformazione in centro amministrativamente autonomo dovette invece avvenire durante il I sec. a.C. e come municipium Suasa continuò a vivere e prosperare per buona parte dell’età imperiale.

Dopo un periodo di progressivo abbandono, coincidente con il passaggio fra l’età romana e l’alto medioevo in quest’ultimo periodo venne abbandonato.

I suoi abitanti, rifugiatisi sulle alture circostanti, utilizzarono i resti degli edifici della città come cave di prestito di materiale edilizio e come temporanei ricoveri, documentati dalle tracce di bivacchi riscontrati negli scavi. Nel XIII secolo i documenti d’archivio mostrano che l’area un tempo occupata dalla città si era trasformata in una zona coltivata soggetta al monastero di San Lorenzo, sorto sulla riva opposta del fiume. […]