Ritorno a Ustica Futuro del passato

Archeologia Viva n. 20 – giugno 1991
p. 75

di Piero Pruneti

Ha riscosso consensi unanimi la realizzazione dell’isola del primo itinerario archeologico subacqueo

L’iniziativa prosegue con il rilevamento di altre aree sottomarine visitabili e la realizzazione di una carta archeologica dei fondali

Sono ormai due anni che a Ustica si sta lavorando a quello che dovrebbe diventare un Parco Archeologico Subacqueo. Come avrete letto in altri precedenti articoli (vedi AV nn. 9 e 13) l’idea nacque nel 1989 nell’ambito dell’annuale stage di Archeologia Viva e l’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche subacquee, con il patrocinio della Soprintendenza di Palermo e del Ministero dei Beni Culturali.

Il rinvenimento continuo di testimonianze legate alla frequentazione navale dell’isola nell’antichità suggerì infatti l’opportunità di lasciare al loro posto i reperti rendendoli al tempo stesso visitabili con le necessarie attrezzature di servizio.

Al momento attuale è ancora presto per parlare di parco, ma un Itinerario Archeologico Subacqueo è già stato realizzato con eccezionale rapidità operativa sui fondali di Punta Gavazzi, dove un filo di Arianna fa da guida ad un percorso fra i 17 e 14 metri di profondità lungo il quale è visibile una serie di ancore adeguatamente segnalate ed etichettate che testimoniamo un’antica zona di ancoraggio.

Qui l’estate passata si sono immerse centinaia di visitatori senza toccare niente di quanto sarebbe stato facile asportare: un successo di quella che ho avuto occasione di definire “pedagogia della fiducia” applicata in questo caso alla categoria “sospetta” dei subacquei e un successo della collaborazione concreta e lungimirante fra i responsabili della tutela e gli incaricati della promozione, appunto la Soprintendenza Turismo di Palermo. […]