Sicilia sud-occidentale. Agrigento, Sciacca, Selinunte, Mozia Itinerari

Archeologia Viva n. 19 – maggio 1991
pp. 60-67

di Claudio de Palma

I primi coloni greci giunsero ad Agrigento da Gela, già fondazione rodio-cretese dei primi del VII sec. a.C., circa un secolo più tardi, per stabilirsi alla foce del S. Leone, fiume formato dalla confluenza dell’Hypsas con l’Akragas.

La città sorse un po’ più a monte, protetta a nord dalla dorsale delle rupi di Girgenti e Atenea, a sud dalla collina dei templi, in una zona già popolata di genti sicane, le quali fin dal IX secolo a.C. erano in contatto con mercanti greci e fenici.

Con l’VIII secolo a.C. iniziò il processo di ellenizzazione, accelerato dalla presenza dei coloni che gradualmente estesero il territorio agrigentino verso l’interno. Dalla necropoli di Montelusa, non lontano dal mare, provengono i corredi tombali dei coloni della prima generazione, fra cui spiccano le ceramiche corinzie del VI sec. a.C.

Dal primo periodo di vita di Agrigento si ricorda per la sua crudeltà il tiranno Falàride, ma solo con Terone, tiranno a partire dal 488 a.C. grazie all’appoggio di Gelone tiranno di Gela, troviamo una figura storica di grande rilievo. Con lui la città si estese verso ovest fino a conquistare ai Selinuntini Eraclea Minoa, poi verso nord fino al Tirreno, con la conquista di Hymera e la vittoria del 480 sui Cartaginesi.

L’entroterra agrigrntino divenne così vastissimo e la quantità di schiavi al servizio dei ricchi agrigentini incredibilmente alta. Vennero elevati i più famosi templi e iniziata la costruzione di quello colossale dedicato a Zeus la cui costruzione fu interrotta nel 406 a.C. dalla conquista cartaginese della città, che pose fine alla potenza politico-militare, ma non alla prosperità, di Agrigento. […]