Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 19 – maggio 1991

di Piero Pruneti

Le “Colombiadi”. Penso con terrore a quanto sta per caderci addosso. Già a un anno di distanza dal “Cinquecentesimo della Scoperta” arriva il rimbombo di grandiosi inesorabili avvenimenti: celebrazioni a catena, mostre, convegni, cataloghi, mobilitazione generale dei mass-media.

Tutto quello che è possibile sapere o immaginare sulle civiltà americane, Colombo, gli Spagnoli e sulle inesauribili tematiche connesse verrà detto e ripetuto a sazietà.

Esperti della materia, politici e amministratori sgomitano già da tempo per occupare un posto sul palcoscenico e accaparrarsi le non trascurabili torte dei finanziamenti preparate per la festa.

L’Italia, è ovvio, non starà a guardare e i miliardi che mancano sempre per la dignità della nostra ricerca scientifica sono già pronti per la kermesse delle “Colombiadi”. Speriamo che anche gli studiosi seri e disinteressati riescano comunque a farsi sentire nel grande turbine di parole e immagini che sta gonfiando.

Uno di questi abbiamo l’onore di presentarlo subito, anche se il nastro di partenza delle celebrazioni non è stato tagliato: Joaquin Galarza.

L’uomo lavora da una vita sui manoscritti degli indigeni mesoamericani; ha lavorato duramente in solitudine per darci ora la chiave di decifrazione della scrittura azteca. La scoperta è paragonabile senz’altro a quella di Champollion sui geroglifici e consentirà di recuperare una parte determinante della memoria delle civiltà precolombiane, verso le quali abbiamo un debito gigantesco di conoscenza.

Questo sì che è il modo giusto per affrontare le tematiche che l’occasione del “Cinquecentesimo” ci pone di fronte. La geniale scoperta, ancora una volta, è venuta dall’impegno silenzioso di una persona che ha sviluppato le sue ricerche nella generale diffidenza; per fortuna non è mancato il prezioso sostegno del Musée de l’Homme e del CNRS. Galarza lo abbiamo sulle nostre pagine.

Lo avremo anche fra noi in un incontro che “Archeologia Viva” e l’Archeoclub d’Italia hanno organizzato alle ore 17 del 4 giugno a Palazzo Barberini di Roma. I Lettori di “Archeologia Viva” sono invitati a questa vera festa della cultura.

Piero Pruneti

direttore di “Archeologia Viva”