Anfore in catene Ricerche nell'arcipelago toscano

Archeologia Viva n. 18 – aprile 1991
pp. 64-71

di Giuseppe Adriani, Edoardo Riccardi e Luigi Totaro

L’incredibile scoperta di un campo di anfore sui fondali inviolati di Pianosa ci riporta a situazioni archeologiche che ritenevamo ormai impossibili in un mare da decenni sottoposto ad un saccheggio devastante

Lo spettacolare sito archeologico sottomarino di Pianosa deve la sua sopravvivenza al regime di “libertà vigilata” finora garantito dalle guardie carcerarie dell’isola

Stiamo navigando verso Pianosa a bordo della “Born Free”. Velocità otto nodi, pressione atmosferica 1011 millibar. A distanza di un anno torniamo sul luogo del ritrovamento: una distesa di anfore quasi tutte integre, distribuite in una superficie di cento metri quadri nei fondali di Pianosa.

La scoperta, superiore alle aspettative di tutti noi che da anni conduciamo ricerche in questi fondali, ci dà la possibilità di vivere un’esperienza archeologica estremamente particolare.

La nostra missione ha lo scopo di delimitare parte dell’area del sito con catene in PVC e di compiere una successiva ripartizione interna in quadrati di cinque metri di lato, fino a formare un reticolo per il rilevamento della posizione di ciascuno dei reperti visibili sul fondo; quindi precederemo sia al rilevamento grafico che a quello fotografico e videografico.

L’obiettivo finale è molto diverso da quello di  missioni analoghe, poiché non si prevede una fase di scavo e recupero: le anfore godono infatti dello straordinario privilegio di essere “sorvegliate speciali” dalle guardie del penitenziario di Pianosa, che impediscono a chiunque di avvicinarsi senza i dovuti permessi; questo ci incoraggia a prospettare l’ipotesi di lasciare il museo aperto sottomarino, utilizzabile anche per scopi didattici.

Ciò nonostante, quando – lasciata la “Born Free” nel porticciolo di Pianosa – ci dirigiamo in canotto sulle mire del sito, una inespressa aprensione pervade un po’ tutti: il timore che la nostra scoperta nel corso dell’anno sia stata violata, le anfore asportate e, con esse, oltre al patrimonio cultirale, il nostro progetto di parco sottomarino. […]