Progetto Pavia Insieme per l'archeologia

Archeologia Viva n. 17 – marzo 1991
pp. 70-71

di Michela Torcellan Vallone

Pavia si prepara a celebrare i suoi duemila anni di storia

Intanto è stato presentato un  piano per valorizzare le testimonianze di età longobarda riconoscendo in esse il retaggio di un’epoca di eccezionale fioritura

Già notevole era l’importanza di Ticinum in età romano-imperiale. Ma senz’altro la città ricevette un particolare impulso dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, quando fu scelta come residenza dai sovrani goti, tanto da divenire il baluardo dell’ultima residenza di re Teia ai Bizantini vincitori della sanguinosa guerra greco-gotica del 535-53. Dopo di allora nel Palatium della città – divenuto e destinato a rimanere per mezzo millennio il centro delle attività amministrative, legislative e culturali dell’Italia altomedievale – si avvicendarono sovrani longobardi ed effimeri re d’Italia.

Pavia longobarda, divenuta definitivamente Papìa – come appare nella legenda delle monete longobarde che la qualificano anche Flavia, titolo di tradizione romana e imperiale – è rimasta a lungo misteriosa nel suo impianto urbanistico.

Poco rimane infatti delle numerose chiese, monasteri e cimiteri che senz’altro dovevano trovarsi in una città capitale, anche se si può tentarne la collocazione in pianta e si delineano in tal modo un quartiere longobardo (a nord-est) e uno romano (al centro).

Ancor meno si sa dell’edilizia civile, che pure doveva annoverare opere pubbliche, edifici di rappresentanza, palazzi, luoghi di svago e sale per riunioni. Pochi brandelli di un passato ormai solo immaginabile sono affiorati in anni recenti dagli scavi, altri lacerti rimangono in opera in edifici successivi. 
Del resto solo memorie, disegni, racconti, tradizioni… […]