Ta Set Neferou Sui cantieri di scavo

Archeologia Viva n. 17 – marzo 1991
pp. 60-68

di Christian Leblanc e Alberto Siliotti

Scavi e scoperte si sono susseguiti nella Valle delle Regine dalle prime ricerche dell’italiano Schiparelli alle attuali investigazioni franco-egizie che stanno evidenziando un uso del celebre sito ben più ampio e complesso di quello finora noto

Nel 1903 Ernesto Schiaparelli del Museo Egizio di Torino ottenne dalle autorità egiziane la concessione esclusiva di scavo in un sito di Tebe ovest, che gli Arabi chiamavano Biban el Harim o Biban el Malikat e che è comunemente indicato col nome di alle delle Regine.

Schiaparelli non era il primo visitatore del sito, che racchiudeva una grande necropoli reale: la valle era stata meta di viaggiatori più o meno illustri, come l’antiquario Wilkinson, Champollion e Rosellini, Brugsch e Lepsius. Schiaparelli fu tuttavia il primo a condurr scavi sistematici nella Valle delle Regine: un impresa che egli realizzò con l’aiuto del comasco Francesco Ballerini in circa tre anni di ricerche.

Il lavoro svolto fu enorme perché oltre agli scavi veri e propri venne effettuato lo sgombero di alcune tombe già note. I risultati non si fecero attendere e già durante la prima stagione vennero ritrovate nuove tombe, come quella di Seth-her-Khepshef e di Khaemuaset contenenti decine di sarcofagi e uno straordinario mobilio funerario.

Nell’anno successivo avvenne la scoperta della tomba del principe Amon-her-Khepshef, figlio di Rmesse III e della tomba della regina Nefertari “grande sposa reale”, consorte del celebre faraone Ramesse II, considerata da molti come la più bella di tutte le tombe tebane.

Sebbene si trattasse di sepolture già profanate nell’antichità, e quindi estremamente povere di corredo funerario, le pitture parietali erano meravigliose e praticamente intatte.

A queste straordinarie scoperte altre se ne aggiunsero successivamente, come quella delle tombe della principessa Ahmès, del vizir Imhotep e di Nebimy, “capo delle scuderie”. […]