La dilapidazione culturale Futuro del passato

Archeologia Viva n. 16 – febbraio 1991
pp. 74-75

di Piero Pruneti

La situazione del patrimonio storico archeologico e artistico sta toccando livelli di drammaticità mai raggiunti in passato

Ce lo ricorda un libro di Vittorio Emiliani che non tace sulle responsabilità politiche di questo sfacelo italiano

Già da qualche mese è uscito un libro (Vittorio Emiliani, Se crollano le torri. Inchiesta su Beni e Mali culturali) che, in assenza di un’opera più metodica sull’argomento, costituisce quanto di più completo è possibile consultare sull’intera problematica del patrimonio culturale italiano.

Le trecentoventi pagine del volume sono ricchissime di dati e alla fine riescono a darci il panorama di una sterminata ricchezza abbandonata a se stessa.

Peccato, dicevo, la carenza di un impianto più organico e schematico che avrebbe reso l’opera più utile a fini operativi. Rimane il fatto editoriale di un libro che sa informarci e indignarci, e per questo ne consigliamo l’attenta lettura.

Beni e mali culturali. Come dire beni che finiscono male. Il libro di Emiliani è sotto questo aspetto una vera miniera di situazioni scandalose, incredibili, grottesche – si pensi solo alla crisi economica delle soprintendenze ridotte a misurare perfino telefonate e francobolli, per non parlare degli organici cronicamente deficitari o dei pochi soldi da spendere che arrivano alla fine dell’anno e che non consentono nessuna seria programmazione di interventi a lungo termine – sulle quali imperversano ladri e mercanti organizzati come bufera su un vascello senza vele. […]