Ciak si gira Archeologia e cinema

Archeologia Viva n. 15 – gennaio 1991
pp. 18-23

di Alberto Siliotti

Come si realizza un documentario archeologico?

Ecco la storia del film sul grande viaggiatore padovano Gian Battista Belzoni che apre la serie “Video” di Archeologia Viva

Il Cairo. Un colpo di telefono nelle camere degli addormentati membri della Missione Horus-Greggio segna la fine di un breve sonno.

Poco dopo ci ritroviamo nella hall dell’albergo per bere in fretta un bicchiere di shai, il tè locale, e si parte. Sono le 4.30 del mattino, attraversiamo rapidamente una città quasi deserta ed eccoci davanti alle grandi piramidi di Giza, il luogo che abbiamo scelto per iniziare e riprese del nostro documentario sulle imprese di Giovanni Battista Belzoni, il più importante viaggiatore italiano in Egitto del XIX secolo.

Ci portiamo rapidamente sul punto prestabilito dopo una serie di accurati sopralluoghi, davanti alla grande Sfinge, immagine del dio Ra Harmakhi, e aspettiamo che il sole si alzi illuminando con i primi raggi quel volto enigmatico.

Nell’attesa prepariamo tutto il materiale: un ultimo controllo e montiamo la cinepresa 16 mm Eclair sul cavalletto. Il regista concorda con l’operatore i movimenti di macchina: fisso, zoomata, panoramica da destra a sinistra… l’aria è fredda, il cielo si preannuncia azzurro grazie ad un vento freddo da settentrione che ha spazzato quella spessa coltre di bruma che purtroppo da qualche anno accompagna al Cairo quasi tutte le albe (si dice per effetto dell’umidità provocata dalla diga di Assuan).

Ecco, lentamente il sole si alza e la Sfinge acquista colore e forma: nel silenzio generale il regista ordina il «si gira», e la cinepresa si mette in moto con il suo caratteristico ronzio. Siamo tutti un poco emozionati perché dietro a quel momento c’è un intero anno di impegno, di studi, di attese…

L’idea è quella di ripercorrere le straordinarie l’itinerario del Belzoni e ricostruire fedelmente le straordinarie avventure.

L’obiettivo è far vedere esattamente quello che il grande viaggiatore padovano aveva visto e far rivivere l emozioni da lui stesso provate.

Per quanto il nome di Giovanni Battista Belzoni sia indiscutibilmente legato ai più noti monumenti d’Egitto – alla piramide di Chefren, al tempio di Abu Simbel, alla tomba di Sethi I nella Valle dei Re – esso è stato, per uno strano destino, quasi dimenticato; forse più in Italia, che in Inghilterra sua patria adottiva. È venuto quindi il momento di rendergli il dovuto merito anche nella terra natale. […]