Pasquale Rotondi e la Rocca di Sassocorvaro Personaggi

Archeologia Viva n. 78 – novembre/dicembre 1999
pp. 86-88

di Massimo Becattini

Ecco la storia quasi dimenticata dell’intervento più poderoso messo in atto durante la seconda guerra mondiale per mettere al sicuro i capolavori d’arte italiani

Ogni guerra è un evento funesto per le persone, che subiscono lutti e violenze, ma anche per le cose, che vengono distrutte, disperse, danneggiate. Il patrimonio artistico e monumentale di una nazione è quello che nel tempo patisce i danni più devastanti, perché la sua è perdita di civiltà, di memoria storica, di capacità di progresso. Nell’ultima guerra mondiale, dal 1939 al 1945, il patrimonio italiano ha corso gravi pericoli e subìto perdite atroci, che ancora bruciano nel tessuto vivo della nostra storia (vedi: AV n. 71). Ma ci furono uomini che, più di altri, dedicarono le loro energie alla salvaguardia di questa straordinaria eredità storica. Uno di questi fu Pasquale Rotondi, soprintendente delle Marche durante il secondo conflitto mondiale. Questa è la storia del salvataggio da lui compiuto, di recente riproposta all’attenzione degli italiani dal giornalista Salvatore Giannella, ideatore e coordinatore del progetto “L’Arca dell’arte” e del “Premio Rotondi”, assegnato ogni anno ai salvatori dell’arte.

Nel settembre del 1939, quando ormai i venti di guerra spazzano l’Europa e Hitler invade la Polonia, l’Italia, non ancora impegnata nel conflitto, si prepara ad affrontare il problema della salvaguardia del proprio patrimonio. Il pericolo è ancora teorico e anche con l’entrata in guerra (10 giugno 1940) la convinzione in un conflitto rapido e vincente impronta la politica di Mussolini. Ma il ministro dell’Educazione, Bottai, spinge per l’individuazione di una serie di depositi adatti al ricovero e alla custodia delle opere d’arte, in caso di guerra. Un giovane ispettore, Giulio Carlo Argan, contribuisce a individuare uno dei possibili depositi nella città di Urbino, ipoteticamente lontana dagli scenari di guerra. Da Roma viene inviato Pasquale Rotondi, con l’incarico di sovrintendere all’eventuale operazione di trasferimento delle opere dalle Marche e dalle regioni adriatiche. Ma il professore scopre che proprio a Urbino l’Aeronautica Militare sta ammassando in un tunnel ferroviario dismesso un’enorme quantità di esplosivi, che potrebbe trasformare l’antica capitale del Montefeltro in un obiettivo militare. […]