Cattolica e il mistero di Conca Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 76 – luglio/agosto 1999
pp. 62-65

a cura di Massimo Becattini

La nota città balneare ci parla di sé: del suo passato di provvidenziale riparo per le imbarcazioni in transito sull’importuosa costa adriatica e di importante stazione di sosta sulla via Flaminia
E anche delle leggende che per secoli hanno ricordato una città antica inghiottita dal mare

L’attuale abitato di Cattolica, uno dei centri balneari più noti dell’Adriatico, si è sviluppato lungo l’ampio litorale sabbioso che separa dal mare le colline della fascia costiera romagnola. Fin dal VII sec. a.C. la riviera adriatica fu percorsa da un intenso commercio marittimo, diretto per lo più verso i grandi empori greco-etruschi di Adria e Spina, e lungo la linea di costa dovevano essere dislocate stazioni commerciali intermedie. Tuttavia, fino a pochi decenni fa, non era stata individuata a Cattolica alcuna testimonianza di un insediamento riferibile all’epoca antica, sino a quando recenti scavi hanno consentito l’individuazione di strutture d’età romana dislocate lungo la Flaminia, la via costruita nel 220 a.C. per volontà del console Gaio Flaminio da Roma a Fano, Pesaro e Rimini. Sull’importante arteria consolare sorsero insediamenti e stazioni, adibiti a produzioni varie o alla sosta dei viaggiatori.

Tra i centri gravitanti nell’area d’influenza della colonia più importante della regione, Ariminum (l’odierna Rimini), fondata nel 268 a.C., Cattolica si collocava a metà strada tra quest’ultima e il porto di Pisaurum (Pesaro) e, allo stesso tempo, all’incrocio di vie che si addentravano nell’interno, verso gli Appennini.
È probabile che il primitivo insediamento romano (220-219 a.C.) fosse soltanto una statio o mansio (stazione di posta), senza un porto vero e proprio, mentre uno scalo doveva essere ubicato nell’insenatura naturale riparata dal vicino promontorio di Gabicce (Focara in antico), nella zona dell’attuale Vallugola. Lo scalo era riparato dalle correnti di levante (un po’ come il porto di Ancona protetto dal monte Conero) e vi trovavano riparo le navi da carico che dai porti pugliesi percorrevano le rotte costiere fino a Rimini, dove le merci venivano smistate per Bologna lungo la via Emilia, o fino a Ravenna, da dove venivano distribuite nell’entroterra padano. La rada di Cattolica era utile anche per l’approvvigionamento d’acqua dolce per i marinai, data la presenza di diversi corsi d’acqua. […]