Volterra dalla testa etrusca Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 75 – maggio/giugno 1999
pp. 76-78

di Massimo Becattini

La testa è una pregevole scultura esposta nel locale museo archeologico Guarnacci che rischia di essere sottratta alla sua terra d’origine
Un caso archeologico e giudiziario dove gioca un ruolo primario la volontà dell’antico centro dell’entroterra pisano di non vedersi scippato un pezzo significativo del suo passato

Un reperto etrusco arcaico di grande importanza, una testa forse rappresentante Herakles o Apollo, compare nel dicembre ’98 nel bollettino di una nota casa d’aste: custodita fin dagli anni Sessanta nel Museo archeologico “Guarnacci” di Volterra, l’opera, per volontà dei proprietari, viene improvvisamente avviata al mercato antiquario. Ma – colpo di scena – spunta un nuovo sedicente proprietario che ne blocca la vendita. Interviene il Pretore e sequestra temporaneamente il reperto, affidandolo allo stesso Museo Guarnacci, in attesa di chiarimenti dalle parti. Si profila un sequestro definitivo del reperto da parte dello Stato e la consegna al Museo archeologico di Firenze. Alternativa: vendita all’asta. Volterra perderà per sempre la sua testa? Seguiamo la vicenda in dettaglio.

La testa, in marmo apuano o comunque italico, apparteneva a una statua, di provenienza quasi certamente volterrana, risalente agli inizi del V sec. a.C. Essendo più grande del vero, rappresenta verosimilmente una divinità, Herakles o Apollo, forse pertinente a un edificio religioso (non funerario). Le prime notizie del pezzo risalgono agli anni Cinquanta; anche Luigi Consortini, che nel 1940 pubblicò tutti i materiali etruschi che si trovavano in collezioni pubbliche e private volterrane, non ne fa menzione. I primi articoli (di Mario Bocci) risalgono agli anni Sessanta e il primo studio scientifico dell’opera è pubblicato per la prima volta dallo studioso svedese Arvid Andrén nel 1967. Nella recensione all’articolo di Andrén (in «Dialoghi d’archeologia», 1968-69) Ranuccio Bianchi Bandinelli sostiene la chiara influenza attica della scultura, ritenendola opera di scultore etrusco allievo di un maestro greco. Anche Mauro Cristofani ne parla in un numero di «Studi Etruschi» del 1980.

Nel 1976 l’opera è oggetto di notifica da parte della Soprintendenza archeologica della Toscana, dove viene indicata di proprietà della famiglia Lorenzini di Volterra. I Lorenzini sostengono di aver rinvenuto la testa (da tempo immemorabile) in un pozzo della corte della loro vecchia casa volterrana, posta in via Roma; la strada è nel centro di Volterra, tra piazza S. Giovanni e piazza dei Priori, dove la tradizione pone un tempio etrusco. Ma la testa, non essendo una scultura funeraria, potrebbe provenire anche dall’acropoli, dove si trovava la maggior concentrazione di templi. […]