Le sorprese di Gerico La Palestina nell'età del Bronzo

Archeologia Viva n. 74 – marzo/aprile 1999
pp. 36-47

di Nicolo’ Marchetti e Lorenzo Nigro

Le ricerche che per il secondo anno consecutivo vengono condotte su Tell es-Sultan dalla missione archeologica italo-palestinese stanno procurando una serie preziosa di dati per ricostruire la topografia e la vita quotidiana di quello che fu uno dei primi e più famosi centri urbani del mondo antico
Ora gli scavi sono indirizzati con successo alla Gerico dell’età del Bronzo quando la città costituì il più importante crocevia nella valle del Giordano

Prima di tornare a Gerico per la seconda campagna di scavi nell’autunno del 1998 la Missione archeologica congiunta dell’Università di Roma “La Sapienza” e del Dipartimento delle Antichità della Palestina ha pubblicato il rapporto preliminare sulla prima campagna (vedi AV n. 66). Lo studio ha consentito di approfondire le scoperte di aprile e maggio 1997 ed è servito a indirizzare la strategia della campagna appena conclusa, i cui risultati hanno confermato le migliori aspettative. Il principale obiettivo del progetto congiunto italo-palestinese è l’esplorazione delle monumentali vestigia della città nell’età del Bronzo (III e II millennio a.C.), periodo in cui Gerico svolse un ruolo di primaria importanza come principale crocevia della valle del Giordano.

Le indagini sono state estese a un ampio settore dell’abitato (chiamato Area F), nella regione settentrionale della città. Strutture murarie in mattoni crudi in ottimo stato di conservazione si vedono affiorare sulla superficie del tell (Tell es-Sultan, la collina artificiale formatasi con la sovrapposizione plurimillenaria dei resti delle varie fasi di Gerico), sul fianco di un’ampia trincea scavata dall’inglese John Garstang negli anni Trenta. Poche settimane di lavoro sono state sufficienti per mettere in luce un quartiere di abitazioni perfettamente conservate, che rappresentano un importante esempio di edilizia privata della metà del III millennio a.C. in Palestina. L’isolato è delimitato sul lato occidentale da una strada, che corre più o meno parallelamente rispetto alle mura urbiche.

La casa maggiore è costituita da due ambienti: un ingresso, con alcune istallazioni, un sedile addossato al muro, da un lato, e una gira infissa nel pavimento al centro del vano, e da una seconda porta, allineata con l’ingresso principale, che introduce nello spazio maggiore quadrato. In questo secondo ambiente, il cuore dell’abitazione, sotto uno spesso strato di crollo, sono state portate alla luce alcune istallazioni: da una parte un bancone con due lastre di calcare sulla quali erano numerose ossa animali; dall’altra un incavo del pavimento per preparare gli alimenti semiliquidi. Molti utensili aiutano a definire le attività che avevano luogo nella casa: lame di selce utilizzate come coltelli e punteruoli, strumenti in pietra per la scarnificazione e la macellazione, ciottoli per levigare pelli, aghi d’osso, ma anche ornamenti personali come conchiglie marine forate e perle in pasta vitrea. Di grande interesse sono due cretule d’argilla che indicano l’uso di sigillare contenitori, ad avvalorare la presenza di un sistema amministrativo capace di controllare la distribuzione dei beni. Sono le prime prove dell’esistenza di una società urbana complessa a Gerico. […]