Magnifici Maya: protagonisti perduti Le grandi civiltà americane precolombiane

Archeologia Viva n. 73 – gennaio/febbraio 1999
pp. 32-57

a cura di Eugenia Di Guglielmo e Piero Pruneti

I Maya – fino a maggio nella vetrina di Palazzo Grassi – rappresentano una tra le componenti più significative della civiltà mesoamericana
Le grandiose opere architettoniche la genialità nell’arte nella scrittura e nella letteratura il livello delle conoscenze scientifiche l’eccellente organizzazione sociale la visione cosmogonica e tutta la loro storia suscitano da secoli l’ammirazione del mondo intero

Quando nel XVI secolo i conquistatori spagnoli giunsero nell’area maya e scoprirono vestigia monumentali, la cultura occidentale prese coscienza per la prima volta della presenza di una civiltà grandiosa e originale. Le rovine delle grandi città della calda penisola dello Yucatán, abbandonate da secoli, vennero scoperte durante l’aspro scontro con le popolazioni indigene, gradualmente sottomesse dagli Spagnoli anche attraverso una dura e spesso spietata opera di cristianizzazione. Già a quell’epoca era diffusa la credenza che i Maya yucatechi fossero i discendenti dei costruttori delle città abbandonate del nord della penisola, ma solo grazie alla scoperta della spettacolare città di Palenque, alla metà del XVIII secolo, la ricerca scientifica cominciò a porre in relazione i numerosi gruppi indigeni con le magnifiche testimonianze di un passato remoto.
L’area maya si estende per oltre trecentomila chilometri quadrati, su un territorio che oggi include il Messico meridionale (gli stati del Campeche, Chiapas, Tabasco, Quintana Roo e Yucatán), il Guatemala, il Belize e parti dell’Honduras e di El Salvador: in questa grande varietà di ambienti, i Maya seppero creare una civiltà che fiorì per oltre duemila anni, dal primo millennio a.C. fino alla conquista spagnola del XVI secolo.

La prima occupazione dell’area maya risale alla fine dell’ultima era glaciale, oltre diecimila anni fa, ma solo nel corso dei successivi millenni piccoli gruppi di cacciatori e raccoglitori nomadi sfruttarono le abbondanti risorse animali e vegetali della zona. Si pone alla metà del IV millennio a.C. l’inizio della coltivazione del mais, pianta d’importanza fondamentale, mentre al II millennio a.C. risale l’inizio della vita stanziale in villaggio: qui si identificano le radici dell’antica civiltà maya.

La cronologia è tradizionalmente divisa in tre parti: Preclassico, Classico e Postclassico. È tuttavia utile raggruppare questi periodi tradizionali in tre fasi più lunghe, che si adattano meglio allo sviluppo della civiltà: la Fase iniziale, che include il Preclassico iniziale e medio (2000 – 300 a.C.); la Fase media, che include il Preclassico tardo, il Classico e il Postclassico iniziale (300 a.C.- 1200 d.C.); la Fase tarda, che corrisponde al Postclassico tardo e alla conquista spagnola.

Fase iniziale (2000 – 300 a.C.). Si fa risalire a questa l’inizio della civiltà maya, quando, grazie alla fertilità della costa sul Pacifico e della zona pedemontana, si assiste alla nascita dei primi villaggi, seguiti da quelli degli altopiani e dei bassopiani meridionali. Tra il 1000 e il 500 a.C. il forte aumento demografico e la scarsità di terre per l’insediamento e la coltivazione portarono alla formazione di agglomerati più grandi, a forme di agricoltura intensiva. I primi segni visibili di tale mutamento si pongono intorno al 500 a.C., quando edifici pubblici a carattere monumentale vennero eretti in centri come Nakbé, El Mirador, Tikal, El Portòn e apparvero grandi stele incise con immagini di governanti locali, a dimostrazione della capacità di mobilitare considerevoli quantità di forza lavoro per celebrare il potere economico, politico e religioso. È adesso che nascono le “signorie”, base di importanti stati e città. Già in questa fase i Maya interagivano con gruppi delle aree vicine, come gli Olmechi della costa del Golfo, i Mixe-Zoque della costa del Pacifico e gli Zapotechi di Oaxaca. Grazie a questi contatti si alimentarono il commercio e la diffusione di ideologie e nuove tecniche: proprio nella valle di Oaxaca furono inventati la scrittura glifica e il calendario, che passeranno nell’area maya, sviluppando il famoso sistema di scrittura. […]