Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 70 – luglio/agosto 1998

di Piero Pruneti

Come nasce un articolo. Mi sono recato in Dalmazia, la scorsa estate, per ritrovare un amico, Miljenko Domijan, soprintendente ai beni culturali di Zara e capo conservatore dei monumenti di tutta la Croazia. Domijan è l’uomo che, mentre i serbi bombardavano il centro della sua città, correva a raccogliere i frammenti di rosoni e bifore delle chiese e dei palazzi colpiti, ben sapendo che il problema dei restauratori sarebbe stato quello di avere i pezzi per ricomporre quei magnifici puzzle di pietra. Ero già andato a Zara durante la guerra, i serbi fermi a qualche chilometro dal centro.

Era il giorno di Pasqua e con Miljenko facemmo un lungo giro a piedi nella campagna. Ricordo i sobborghi saccheggiati, i boschi e le colture bruciate. Entrammo in una chiesa semidistrutta per vedere l’effetto delle bombe che c’erano cadute sopra e la trovammo piena zeppa di gente che seguiva la Messa in un silenzio di tomba, sotto il tetto aperto da cui pencolavano paurosamente le travi. È stata l’unica occasione in cui ho visto Miljenko piangere. Miljenko è un pacifista e la sciagurata guerra della ex Yugoslavia lui l’ha combattuta tutta senza toccare un fucile, interamente sul fronte della ricostruzione, come a voler fare il più malvagio dei dispetti a chi, da Dubrovnik a Vukovar, si ostinava a distruggere.

Ed eccoci, l’estate scorsa, a Hvar, la Lesina dei veneziani e dei vecchi atlanti italiani, la profumata isola della lavanda. La guerra è finita, anche nella vicina Bosnia-Erzegovina, e i turisti si riaffacciano sulle splendide coste dalmate. Ci imbarchiamo a Spalato, davanti al palazzo di Domiziano divenuto città, e dopo qualche ora entriamo nella Baia di Stari Grad, la ‘città vecchia’ di Lesina. L’archeologa Jasna Jelicic-Radonic aspetta sul molo per guidarci alla scoperta di Pharos, dei Greci in Dalmazia 2500 anni fa… il seguito della storia lo potete leggere a pagina venti: l’articolo è dedicato a quanti, nel macello ex yugoslavo, non hanno mai cessato di lavorare per la civiltà: quella autentica, che si costruisce senza a nazionalismi.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”