India: alle origini del Jainismo Obiettivo su…

Archeologia Viva n. 69 – maggio/giugno 1998
pp. 68-71

di Lucio Marcato e Annamaria Dallaporta

Nella valle del Gange un programma di ricerca con archeologi italiani e indiani è rivolto a identificare il sito di Kampilya: l’antica capitale del Pancala del Sud e uno dei centri più importanti del credo jainista

A seguito di un survey (ricognizione in superficie), organizzato nel 1994 dal Dipartimento di studi indologici ed estremo-orientali dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, Cnr di Padova e Panchal Research Institute di Kanpur, per fare il punto sulle peculiarità del sito di Kampil (distretto di Farrukhabad, U.P., India), era emerso che i risultati delle indagini non erano sufficienti a corroborare l’ipotesi comunemente accettata, avanzata da Cunningham già nel 1878, dell’identità tra Kampil e Kampilya, l’antica capitale del Pancala del Sud.

Il regno di Pancala (forse XI-IV sec. a.C.), già riportato dalla letteratura vedica, si estendeva nella parte centroccidentale della valle del Gange ed è unanimemente considerato la culla della cultura brahmanica.
Poco prima della guerra dei Bharata (forse X sec. a.C.), che viene descritta nel poema epico Mahabharata, il Pancala si divise in due parti: il Nord con capitale Ahicchatra e il Sud con capitale Kampilya. Nel Ramayana è lodata l’estrema bellezza di questa città che diede i natali a Draupadi e la vide sposa dei cinque fratelli Pandava. Kampilya fu sede di re importanti, di saggi e asceti mantenendo costantemente i connotati di centro religioso jain di primaria importanza per molti secoli. […]