Archeologia Viva n. 68 – marzo/aprile 1998
pp. 64-69
di Luigi Donati
Un’imponente fortezza torna in luce a Montalcino nel cuore della campagna senese in posizione strategica fra la costa tirrenica e l’area interna della Val di Chiana controllata da Chiusi
Il territorio di Montalcino si affaccia sulla Maremma toscana come un grande terrazzo naturale. Siamo nel Senese, una provincia che già da qualche decennio si è imposta alla ribalta archeologica per le clamorose scoperte del complesso monumentale etrusco di Poggio Civitate, in comune di Murlo, ora splendidamente rappresentate nelle vetrine del locale museo. Montalcino, finora, aveva trovato posto nella letteratura archeologica solo per alcuni bronzetti votivi rinvenuti agli inizi del secolo scorso in circostanze sconosciute e venduti al Rijksmuseum di Leiden, fra cui un pregevole esemplare di guerriero con machaira (spada), datato intorno al 600 a.C. e uno dei più antichi esempi del genere. L’ambiente naturale si configura come un’attesa serie di colline segnate dal corso del fiume Ombrane e dai suoi affluenti, l’Orcia e il torrente Asso. Sui pendii di questi rilievi si sviluppano i vigneti dai quali proviene il celeberrimo Brunello, mentre sono generalmente coperte di boschi le parti più elevate e la vetta dell’intero complesso collinare, un’altura di oltre 650 metri, che porta il significativo nome di Poggio Civitella. […]