Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 68 – marzo/aprile 1998

di Piero Pruneti

Scrivo queste righe del nostro appuntamento consueto appena rientrato da Istanbul, dove, per iniziativa dell’Istituto italiano di cultura e dell’Associazione “Mediterraneo” e grazie alla collaborazione della Rassegna di Rovereto e di «Archeologia Viva», si è svolto un importante Festival internazionale del cinema archeologico, il primo organizzato in Turchia. Entrare nella sede del nostro Istituto di cultura mi ha fatto impressione: ambienti di tono, spazi ampi, sala teatro da trecento posti, biblioteca, gente che si dà da fare… Cose ovvie, ma non troppo. Poi è come fare un salto nel tempo. L’edificio ha mantenuto lo stile e i decori di quando nel 1912 fu realizzato come sede della Comunità italiana sulla sommità della collina di Pera, nel quartiere degli europei e delle ambasciate; all’epoca Istanbul era ancora la capitale dell’Impero ottomano e con un buon binocolo dalle finestre si poteva vedere il sultano nei suoi palazzi di Topkapi, all’altra estremità del Corno d’Oro.

Nei giorni del Festival ogni pomeriggio l’Istituto è stato preso d’assalto da una folla di sei-settecento persone, soprattutto studenti, che seguivano le ben cinque ore di proiezioni con un entusiasmo commovente, seduti un po’ dappertutto in una sala che con il passare delle ore raggiungeva temperature tropicali. Gran parte dei film proposti era europea; debole è apparsa la produzione turca, tanto che gli stessi componenti turchi della giuria hanno preferito non assegnare ai connazionali alcuna menzione: il nostro cinema deve maturare – hanno detto – e il festival è servito per confrontarsi. La manifestazione si è conclusa con un dibattito sulla divulgazione archeologica. La Turchia con i suoi quasi sessanta milioni di abitanti non ha riviste archeologiche, al contrario della vicina piccola Grecia. Agli amici editori e giornalisti presenti ho ricordato la storia di «Archeologia Viva», nata sedici anni fa non da freddi calcoli di mercato, ma per l’entusiasmo di poche persone. Per dare voce al passato e contribuire alla democrazia nella trasmissione della cultura.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”