Yemen. Yathil: la città e il deserto Scavi italiani nel vicino oriente

Archeologia Viva n. 67 – gennaio/febbraio 1998
pp. 54-59

di Alessandro de Maigret

Nello Yemen settentrionale una città dalle maestose rovine rivela la propria storia plurimillenaria incentrata sulle vie carovaniere dell’Arabia Felix e sul commercio dell’incenso
Raggiunse il massimo splendore fra VII e II sec. a.C. quando l’estrema penisola arabica si trovava sotto il florido regno dei Minei

L’antica Yathil, conosciuta oggi con il nome arabo di Baraaqish, è situata nella valle del Jawf (Yemen settentrionale), circa 15 km a sud dell’odierna cittadina di H¢azm. Dopo la capitale Qarnaw, Yathil fu la città più importante di Ma‘in, il regno dei Minei. Il suo nome è menzionato da Strabone (sotto la forma Athrula) tra le città che il generale di Augusto, Elio Gallo, conquistò nella sua spedizione contro l’Arabia Felice nel 24 a.C. Ma a quell’epoca Yathil era già in declino. Passata, sembra, sotto il controllo degli Arabi nomadi, era giunta al termine di un periodo di opulenza e di splendore, in gran parte dovuto al commercio dell’incenso, iniziato intorno al VII-VI sec. a.C.

Una missione archeologica dell’Isiao-Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente di Roma, che dal 1986 conduce ricerche sul sito con fondi del Ministero degli Esteri, con la direzione dello scrivente, ha tuttavia dimostrato che le origini di Yathil risalgono a un periodo ancora più antico. Alcuni carotaggi meccanici effettuati in profondità nel tell, permettendo il recupero di cocci simili a quelli provenienti dal sito sabeo arcaico di Yala, a sud di Marib, indicano che la fase minea (VI-II sec. a.C.) fu preceduta da una fase sabea che potrebbe risalire all’inizio del I millennio a.C., se non prima. L’ipotesi di un’origine sabea di Yathil è confermata da un’iscrizione storica (Répertoire d’épigraphie sémitique 3946/1), in cui il grande sovrano sabeo Karib’il Watar ricorda la costruzione, o la ricostruzione, delle mura di Yathil circa nel 700 a.C., e da alcune iscrizioni sabee rinvenute recentemente all’interno della città stessa.

Il felice stato di conservazione delle mura di Yathil (un perimetro di 766 metri che racchiude una superficie semicircolare di circa sette ettari) e la posizione maestosamente isolata delle sue rovine in mezzo al deserto fanno di questa città una meraviglia archeologica non solo dello Yemen, ma di tutto il Vicino Oriente. La parte superiore della cinta fu ricostruita, più o meno accuratamente, dagli occupanti del periodo islamico; ma la base, di età minea, resta visibile lungo quasi tutto il perimetro dove, con i suoi grandi blocchi perfettamente squadrati, levigati e decorati a bocciardatura incorniciata, essa dimostra l’eccezionale qualità delle tecniche architettoniche impiegate in quel periodo. L’altezza media della cinta minea doveva aggirarsi sui 14 m, come sembra provare uno dei bastioni meridionali (la Torre 48) restato miracolosamente intatto sino al coronamento decorato a dentelli. Le datazioni al C14 ottenute negli scavi provano che Yathil fu distrutta nel II sec. a.C. […]