Vandali di tutta Italia unitevi! Archeologia e diritto

Archeologia Viva n. 66 – novembre/dicembre 1997
p. 79

di Stefano Benini

Mal protetti ed esposti a ogni tipo di danneggiamento i nostri monumenti affidano la propria integrità solo all’educazione e al rispetto dei visitatori… mentre la legge latita

Recenti fatti di cronaca (leggasi: danneggiamento della fontana del Bernini in piazza Navona) inducono a qualche riflessione sul sistema sanzionatorio in materia di beni culturali, non disgiunta da qualche considerazione (amara) su fatti di costume e di (ordinaria) amministrazione pubblica.

Il nostro è il paese delle stalle aperte e dei buoi fuggiti, visto che in qualsiasi settore i provvedimenti si adottano quando i guasti sono irreversibilmente compiuti. Ma forse questo è un modo addirittura ottimistico di presentazione del problema: meglio sarebbe dire che ci si stracciano le vesti e si promette di voltare pagina, si preannunciano gravi provvedimenti, si minacciano drastiche sanzioni, ma poi, quando il lettore dei giornali o l’utente televisivo si è abituato alla notizia e non presta più attenzione al problema, tutto rimane come prima. Si potrebbe citare il tragico tema del lancio dei sassi dai viadotti, in relazione al quale da due legislature si cerca di approvare una modifica al codice penale che adotti un trattamento penale apposito per tale tipo di atti delinquenziali, ma per il momento il progetto giace in parlamento, salvo essere riproposto l’indomani di ogni tragico accadimento.

A questo punto si dirà che non è attraverso il sistema sanzionatorio che si risolvono problemi sociali, dovendosi collocare certi fenomeni nell’area del malessere giovanile, del decadimento di valori morali, dell’assenza di controlli. L’elemento di dissuasione che proviene dalla minaccia di una pena sembrerebbe però idoneo, soprattutto se adeguatamente pubblicizzato, a scoraggiare quanti non si rendano conto della gravità del fatto che si apprestano a compiere, e della rilevanza delle conseguenze che potrebbero derivarne (anche a loro carico).

Quei vandali impunibili di Piazza Navona. I vandali di piazza Navona, pur nella miseria del loro atto, sono divenuti personaggi tipici nella calda estate romana, grazie anche alla nota di colore del loro pingue difensore che, balzato agli onori della cronaca, soprattutto televisiva, ha provocatoriamente chiesto il risarcimento per le lesioni asseritamente subite dai suoi assistiti a seguito del cedimento della statua su cui essi si erano arrampicati. All’avvocato romano, però, è sfuggito lo spunto di difesa più semplice e risolutivo. Sotto il profilo penalistico niente può ascriversi ai tre personaggi. Il sistema sanzionatorio in materia di beni culturali presenta delle maglie così larghe da rendere praticamente impossibile la punizione di questo tipo di danneggiamenti. […]