Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 66 – novembre/dicembre 1997

di Piero Pruneti

La scomparsa di Sabatino Moscati, lo scorso settembre, non è avvenimento da poco per il mondo dell’archeologia. Di spazio il personaggio ne occupava davvero tanto. Chi non aveva letto almeno un suo libro o non lo aveva seguito nelle innumerevoli rubriche giornalistiche? E fra gli addetti ai lavori chi non aveva avuto un contatto? Eravamo tanto abituati a considerarlo una quotidiana certezza, che la sua morte (all’età non avanzatissima ma rispettabile di settantacinque anni) ci ha davvero colti di sorpresa. I protagonisti, specialmente quando lo sono fino all’ultimo, ci sembrano eterni. E Moscati protagonista era abituato a esserlo da molto tempo. Prima come ricercatore e maestro, poi, sempre più, come divulgatore massimo del messaggio archeologico. Basta ricordarne il contributo allo studio della civiltà fenicio-punica (anche tramite l’organizzazione di un apposito istituto di ricerca), infine approdato a quella summa di tutte le nostre conoscenze nel settore che è stata la grandiosa mostra “I Fenici” a Palazzo Grassi.

Incontrai Moscati vent’anni fa, quando anche lui pubblicava su «Mondo archeologico», un mensile (modesto sotto il profilo editoriale, ma in Italia all’epoca non c’era altro) scomparso nel 1981. Io avevo iniziato da poco, quando lui era già una notorietà. Subito dopo fondai «Archeologia Viva» e il professore non mancò di offrire il suo contributo scientifico e il suo potere (ne ha sempre avuto parecchio, nel settore accademico e in quello dei media). «Irrobustirò la sua rivista», mi disse. Ricordo i duri giudizi sugli “archeologi che non si fanno capire” (concordavamo pienamente sul fatto che chiarezza espressiva è anche chiarezza di idee) e sugli “archeologi di Stato” che gestiscono gli scavi (e la loro pubblicazione) come una proprietà personale. Il progetto della sua collaborazione sfumò. Erano maturi i tempi (e il mercato) per un’altra testata archeologica, questa volta tutta di Moscati. Ne nacque qualche reciproca, inutile, preoccupazione. Non credo che sia mai venuta meno la stima.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”