Prima di Virunum: una città sul Magdalensberg Alle origini dell'Austria romana

Archeologia Viva n. 65 – settembre/ottobre 1997
pp. 38-47

di Gernot Piccottini

Nei pressi di Klangenfurt la cima di una montagna conserva i resti di un insediamento dove nell’arco di un secolo si sperimentò la pacifica evoluzione dei rapporti fra le popolazioni celtiche del Norico e la realtà economica e politica del meridione romano
Una vicenda che si concluse con la formazione nel fondovalle del municipio di Claudium Virunum e con la compiuta romanizzazione delle Alpi orientali

Gli scavi sulla cima del Magdalensberg (una panoramica montagna, alta 1058 m, nel bacino della Drava) stanno portando alla luce l’eredità culturale di un antico insediamento con caratteri di città, la cui fioritura si colloca tra la fine del I sec. a.C. e la metà del I d.C., quando nella regione si verificarono rilevanti modifiche della struttura politica e l’inizio della romanizzazione.

Intorno alla metà del I sec. a.C. il regno dei Norici, della cui esistenza nel territorio delle Alpi orientali si hanno notizie già un secolo prima, aveva conosciuto la sua maggiore estensione e, al tempo stesso, il culmine delle sue relazioni economiche con l’area del Mediterraneo, favorite da un hospitium publicum (un contratto di ospitalità statale) concordato tra gli stessi Norici e i Romani intorno al 170 a.C. Mediante scelte quali il matrimonio tra la sorella del re norico Voccio e il re germanico Ariovisto (amico dei Romani, poi avversario di Cesare e sconfitto nel 58 a.C.), o come l’invio di un contingente di trecento nobili cavalieri per sostenere Cesare durante le operazioni militari della guerra civile (49 a.C.), il regno del Norico aveva ampiamente dimostrato la sua rilevanza all’interno delle strategie politiche dell’epoca.

l motivo di tale sviluppo sta senza dubbio nella ricchezza di metalli, ferro soprattutto e oro, della regione; ricchezza che aveva posto le stirpi celtiche – qui insediatesi nel corso del III sec. a.C. e unitesi in un unico regno sotto la spinta delle genti noriche – nella condizione di dare inizio a rapporti commerciali con Roma, la superpotenza mediterranea. L’intensificazione di questi rapporti impedì, tra l’altro, che Roma subisse gravi conseguenze dalle migrazioni che dalle Alpi scendevano nell’Italia settentrionale, rafforzò i rapporti politici tra Roma e l’ambito dei Celti e, infine, aiutò quest’ultimo a conseguire quel livello di grandezza e di potenza, in politica interna ed esterna, che contraddistinse il regno dei Norici nella seconda metà del I sec. a.C., in un certo senso l’ultima manifestazione politica della tarda epoca europea dei Celti.
questo periodo risalgono la fondazione dell’insediamento celtico sul Magdalensberg e la sua prima fioritura, dovuta alla colonia di commercianti italici presente nel Regno norico, nell’ambito d’influenza di un rilevante centro autoctono dei Norici (per il quale ci serviamo della denominazione Virunum): nessun altro motivo avrebbe potuto indurre i Romani a insediarsi su questo monte delle Alpi orientali, a mille metri di altitudine, nel corso della prima metà del I sec. a.C. Se si considera la posizione di guida dei Norici all’interno del regno e se si premette che i prìncipi di questo popolo eleggevano anche il re, appare ovvio vedere qui, per lo meno nel tardo periodo del regno, anche un suo capoluogo.

Rientrava nelle intenzioni romane sistemare simili mercati, sulla base della franchigia offerta dall’hospitium publicum, nell’ambito di centri autoctoni, un po’ per meglio organizzare e proteggere il commercio, un po’ per controllare indirettamente le principali vie di comunicazione per l’Italia.

Di questa prima fase del mercato romano sul Magdalensberg sappiamo ancora molto poco; probabilmente una serie di forni fusori del ferro norico, sistemati accanto a semplici abitazioni, caratterizzavano l’insediamento. Tuttavia, la consacrazione, risalente a quest’epoca, di una statua bronzea a grandezza naturale rappresentante un giovinetto in atteggiamento di preghiera – opera eclettica di officina italiana dell’inizio del I sec. a.C. -, da parte di due liberti dell’Italia settentrionale, con ogni probabilità commercianti, nel sacrario di una divinità locale sulla vetta del monte, conferisce una luce del tutto particolare all’importanza del sito per il commercio italiano e per le relazioni da esso derivate tra la repubblica romana (ormai verso l’epilogo imperiale), e il regno dei Norici. […]