Quando i reperti tornano a casa Gli assenti

Archeologia Viva n. 64 – luglio/agosto 1997
pp. 88-89

a cura del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri

Dedichiamo la rubrica “gli assenti” (ovvero le opere scomparse) di questo numero alle notizie questa volta favorevoli che ci giungono dal fronte delle indagini, con il recupero da parte dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico di centinaia di reperti archeologici

Gli scavi clandestini che quotidianamente vengono effettuati nelle zone archeologiche di tutta Italia costituiscono un fenomeno preoccupante, non solo per la vastità del fenomeno, ma anche perché sottraggono al mondo scientifico la possibilità di acquisire la documentazione necessaria per ricostruire il passato della nostra Penisola. È l’”arte negata”, ovvero quell’arte antichissima che è preclusa allo studio e alla ricerca, e alla pubblica fruizione, proprio perché dopo uno scavo clandestino viene dispersa in mille rivoli che spesso portano all’estero. Alla fine del loro viaggio queste preziose testimonianze di antiche civiltà vanno ad arricchire collezioni private e musei stranieri, perdendo qualsiasi rapporto con il contesto storico-geografico d’origine.

I Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico e le altre forze dell’ordine da anni combattono una battaglia a forze impari contro i trafficanti del settore, facilitati, quest’ultimi, dalla disparità di leggi e regolamenti esistente fra gli Stati e dalla carenza di pene incisive. Le indagini, che normalmente vengono iniziate in Italia, spesso si concludono all’estero, dove sono rintracciati e recuperati, fra mille difficoltà, grandi quantitativi di reperti che, una volta “ripuliti” della loro illegale provenienza, verrebbero dotati di certificati attestanti la loro liceità e liberamente commerciati. A conclusione di una vasta inchiesta internazionale condotta in Francia, Germania, Stati Uniti, Austria e Italia, i Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico hanno di recente recuperato centinaia di reperti pertinenti le culture apula, romana e aurunca. […]