Musei italiani: vogliamo farne delle imprese? Opinioni

Archeologia Viva n. 64 – luglio/agosto 1997
p. 67

di Baldassarre Conticello

Non sarebbe difficile privatizzare merchandising e ticketing di musei gallerie e scavi dello Stato
Modelli e tecnologie sono pronti dal tempo: ecco qualche suggerimento utile

La cosiddetta Legge Ronchey ha previsto la gestione del merchandising (ma non del ticketing), degli istituti museali del Ministero per i Beni culturali, in un modo che non stimola l’imprenditore a partecipare. Si deve infatti considerare che la stragrande maggioranza dei musei statali (circa 830, pare), non dispone di banchi vendita adeguati, che possan dare profitto, perché ricevono meno di centomila visitatori (cifra che rappresenta la soglia minima d’economicità di gestione, che diventa attiva solo se si oltrepassano le centocinquantamila persone).

Affidare l’incarico di gestire le gare d’appalto dei singoli punti vendita direttamente ai soprintendenti dei dieci o quindici istituti museali suscettibili d’una gestione attiva, appare quanto mai velleitario da un punto di vista economico. Andrebbe, invece, individuato, con gare indette direttamente dal Ministero – a valere per tutti i punti vendita dei musei italiani – un gestore unico nazionale, possibilmente privato (in Francia, paese efficiente, funziona bene un gestore unico nazionale pubblico: la Réunion des Musées Nationaux de France), cui attribuire produzione e commercializzazione del merchandising italiano, con diritto d’esclusiva (a termine) dei marchi, da concedersi (salvo revoca per demerito) da parte dello Stato in cambio di una royalty per lo Stato medesimo.

Questo gestore unico, autore e proprietario del merchandising, dovrebbe anche affidare, in franchising, il materiale prodotto ai gestori dei signoli punti vendita (impegnandoli all’esclusiva, perché non arrivino sul banco vendita prodotti inadeguati) o dovrà esitarlo direttamente, attraverso distributori automatici, dove sia antieconomico aprire un punto vendita, così che il visitatore non resti privo del servizio anche presso gli istituti minori (la stragrande maggioranza). […]