Questi antichi Germani… impossibile civilizzarli? Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 62 – marzo/aprile 1997
pp. 72-73

di Christiane Splinter

Provocazione di «Der Spiegel»: alla luce delle ultime ricerche il settimanale più letto dai tedeschi invita i connazionali a farla finita con la concezione gloriosa delle proprie origini se è vero che gli antenati germanici si dimostrarono incapaci di assimilare la ben più evoluta civiltà romana sprofondando l’Europa in un caos senza ombra di cultura

Il settimanale tedesco «Der Spiegel» (n. 44/96) ha dedicato la copertina e un lungo articolo ai risultati di recenti indagini archeologiche svolte in Germania. Queste sono riprese con intensità dopo la riunificazione, grazie alla possibilità di poter finalmente coordinare i dati di tutto il territorio tedesco, e sono state interamente rivolte a fare luce sull’origine, le condizioni di vita, le tecniche e i comportamenti degli antichi popoli germanici. Un filone importante delle ricerche ha cercato di fare chiarezza sui rapporti tra l’impero romano, giunto fino al Reno e all’Elba, e i popoli germanici, divenuti in tal modo dei “vicini”.

La reazione al contatto con un mondo fatto di benessere e avanzate tecnologie, qual era appunto quello romano, sarebbe stata molto meno positiva e ricettiva di quanto si è pensato finora. Perciò «Der Spiegel» esordisce chiedendosi se la civilizzazione dei popoli germanici non fosse da considerare un’impresa impossibile: un quesito che suona polemico se si pensa alla lunga tradizione di pensiero, che vede negli antenati degli odierni tedeschi un popolo nobile e mitico, nel miglior stile wagneriano. I risultati delle ultime ricerche prospettano un’immagine diversa, assai più povera, degli antichi Germani.

Sostiene «Der Spiegel» che gli ultimi studi toponomastici condotti dal linguista Jürgen Udolph sfaterebbero un altro mito: il territorio d’origine dei popoli germanici non si troverebbe affatto in Scandinavia, ma piuttosto nella zona compresa tra Harz (Sassonia-Anhalt) e Erzgebirge (Sassonia). La nuova teoria, per la verità ancora molto discussa, si basa sullo studio di 11.000 toponimi tedeschi, con cui si è individuata una concentrazione più densa di nomi prettamente germanici nella regione del Harz rispetto a qualsiasi altra. A parziale conferma di questa teoria gli archeologi hanno effettuato una sensazionale scoperta proprio in quella zona, a Osterode, una grotta naturale adibita a luogo di culto, risalente a più di 2800 anni fa. L’archeologo Stefan Flindt afferma che si tratta del più importante luogo di culto dell’età del Bronzo di tutta la Mitteleuropa. […]