Vivere! A Gerusalemme Nella capitale della Palestina

Archeologia Viva n. 61 – gennaio/febbraio 1997
pp. 18-37

di Sergio Rinaldi Tufi

La tormentata capitale della Palestina compie (ufficialmente) tremila anni di storia anche se l’archeologia ci parla di insediamenti molto più antichi
Dal periodo cananeo e gebuseo allo splendore di Davide e Salomone dalla rivoluzione architettonica di Erode al tragico rapporto con i Romani fino all’assetto arabo della città e all’attuale conflittualità fra israeliani e palestinesi
In poche occasioni come questa è vero che lo studio del passato è indispensabile per capire il presente e progettare il futuro: buona fortuna Gerusalemme!

In questo scorcio del nostro ventesimo secolo, Gerusalemme compie tremila anni: la “nascita” ufficiale viene collocata all’inizio del I millennio a.C., con la città di Davide e di Salomone. I festeggiamenti predisposti per l’appena trascorso 1996 non hanno avuto esito trionfale, anche perché l’incalzare degli eventi politici ha richiamato l’attenzione sui problemi del presente piuttosto che sulle rievocazioni del passato. Ma «Archeologia Viva», dopo aver riferito (sul n. 57) della grande mostra “Città regali del mondo biblico”, non può esimersi dal tracciare un quadro di ciò che sappiamo di Gerusalemme antica: qui, come in tutto il territorio di Israele, la ricerca archeologica continua con grandissimo slancio. Si tratta di una città davvero particolare: “santa” per le tre grandi religioni monoteistiche, custodisce le tre “pietre” che ne rappresentano il simbolo, e cioè il Muro del Pianto per gli Ebrei, la Pietra del Santo Sepolcro per i Cristiani, la Roccia di Maometto per i Musulmani. Non solo: le sue vicende sono raccontate da fonti autorevolissime, la Bibbia per le fasi più antiche e autori come Flavio Giuseppe (l’ebreo convertito all’Urbe) per l’età imperiale romana; i suoi resti sono stati indagati (a partire dal “pioniere” E. Robinson nel 1838) da infinite missioni di scavo.

In realtà, la vita su questa collina della Giudea comincia molto prima del 1000 a.C. Fra Calcolitico (età del Rame) e Bronzo antico (3500-2500 a.C.) si datano i resti di una casa sul pendìo orientale, mentre a quello che gli specialisti definiscono Bronzo medio II B (1800-1700 a.C.) si può attribuire un muro di cinta che in parte si sovrappone alla casa stessa: è il periodo in cui la città è abitata da tribù cananee; successivamente, nel XVII sec. a.C., la regione fa parte dell’impero degli Hyksos, gli invasori-conquistatori che si sono impadroniti anche dell’Egitto. I faraoni della XVIII Dinastia respingono gli Hyksos e stabiliscono a loro volta una serie di insediamenti nella Terra di Canaan: all’incirca nel 1360 a.C., a Tell el-Amarna, dove Akhenaton (il faraone “eretico” adoratore del Sole) ha stabilito la sua capitale, l’archivio di corte si arricchisce di una serie di lettere spedite al re di “Urusalimmu”, la cui forma in cananeo sarebbe UruShalim, cioè Fondazione del dio Shalem (divinità connessa con shalom, pace): è il più antico testo finora conosciuto in cui compare il nome della città. Siamo così nella tarda età del Bronzo (1400-1200 a.C.): verso la fine di questo periodo, e durante la successiva età del Ferro I (1200-1000 a.C.), Gerusalemme è l’unica città della Palestina che non si trova sotto il controllo ebraico, costituendo una sorta di “enclave” dei Gebusei. Nel resto della Terra di Canaan, infatti, si sono stanziate, nel XIII sec. a.C., le tribù israelitiche sotto la guida di Giosuè. All’inizio del I millennio a.C. la città è conquistata da Davide, re d’Israele, che ne fa la capitale del suo regno. Con il figlio di Davide, Salomone, Gerusalemme conosce il massimo splendore: è il momento (età del Ferro II) del cosiddetto Primo Tempio, che custodisce l’Arca dell’Alleanza.

Dopo la morte del sovrano (930 a.C.) presto il regno entra in crisi, a causa di uno scisma politico-religioso: si formano il Regno d’Israele, o Regno del Nord, e il Regno di Giuda, o Regno del Sud. Gerusalemme rimane capitale di quest’ultimo, che però è privo di reale importanza politica tagliato fuori com’è dalle grandi vie commerciali.
Da questa stagnazione la città sembra sollevarsi in varie occasioni: all’inizio dell’VIII sec. a.C. con il re Ozia; poi, nel 721 a.C., quando gli Assiri distruggono la capitale del Nord, Samaria, e Gerusalemme rimane unico punto di riferimento per la nazione; tra 640 e 609 a.C., quando Giosia, re di Giuda, riporta i confini a quelli raggiunti da Davide quasi quattrocento anni prima.

Per tutta la durata dell’età del Ferro II (1000-586 a.C.), in realtà, pur rimanendo costantemente centro spirituale, sede dell’attività dei Profeti, dal punto di vista politico la città (e un po’ tutta la terra di Israele), più che assumere una fisionomia autonoma, subisce i contraccolpi degli eventi di cui sono protagoniste le grandi potenze straniere fra l’800 e il 586 a.C. Crollato nel 612, con la distruzione di Ninive, lo stato assiro, la contesa fra Egitto e Babilonia per l’egemonia su tutta l’area che oggi chiamano Medio Oriente (gli antichisti parlano di Vicino Oriente) si risolve in favore di Babilonia. Nel 602 a.C. Nabucodonosor deporta a Babilonia stessa il re e la classe dirigente israelita; nel 586 a.C. estende il provvedimento all’intera popolazione e distrugge Gerusalemme con il Tempio. È il periodo della schiavitù babilonese, la cosiddetta Cattività. La vita si interrompe.

La situazione cambia solo nel 538 a.C., quando la grande potenza mesopotamica di Babilonia è a sua volta assoggettata dai Persiani di Ciro il Grande. Ciro consente il ritorno in patria degli Ebrei, che fra 525 e 519 a.C. ricostruiscono la città e il Tempio (il Secondo Tempio); per le mura bisognerà attendere il 452 a.C., con il re Nehemia. La regione diviene provincia (sia pure autonoma) dell’impero persiano e tale resta (in un quadro di totale assenza di ogni rilevanza politica) fin quando anche l’impero persiano è conquistato da Alessandro Magno. Dopo la morte del Macedone (323 a.C.), la Palestina è assegnata ai Tolomei, sovrani ellenistici dell’Egitto, e, nel 198 a.C., ai Seleucidi, sovrani ellenistici di Siria. […]