Eredità olmeca Culture precolombiane

Archeologia Viva n. 60 – novembre/dicembre 1996
pp. 50-63

di Romolo Santoni

A Cerro de Las Mesas fra la giungla e gli acquitrini della fascia costiera meridionale del Golfo del Messico tornano alla luce le testimonianze di una grande cultura scomparsa che fra V e I sec. a.C. si pose fra il Popolo del Giaguaro e le successive grandi civiltà della Mesoamerica

Ancora pochi decenni fa nessuno avrebbe scommesso su quello che qualche temerario incominciava a dire sulla grande antichità e sullo spessore di quella che poi divenne famosa come l’Olmeca (2000/1500-600 a.C.), la madre di tutte le culture mesoamericane. Eppure già allora l’archeologia, più o meno ufficiale, aveva restituito materiali impressionanti per numero, dimensioni e qualità. I grandi monoliti, le steli, gli “altari”, le meravigliose giade e l’ossidiana, agli occhi dei posteri fecero dell’Olmeca la cultura della pietra. Anche se non fu solo pietra, perché – come in seguito provò, nel 1988, la scoperta fatta da Ponciano Ortiz di undici statue lignee risalenti a 3000 anni fa, alla base di una collina per metà dell’anno sommersa dall’acqua – il Popolo del Giaguaro (come Miguel Covarrubias chiamò gli Olmeca) lavorò tutti i materiali conosciuti nell’antichità americana: osso, legno, fibre vegetali e chissà che altro.

Il ritmo vertiginoso delle scoperte fa sì che quasi ogni giorno le giungle umide, i deserti aridi, gli altopiani ventosi, i corsi dei grandi fiumi, che formano il panorama mesoamericano, restituiscano prove sempre più ricche dell’importanza che l’Olmeca ebbe sulle altre culture. Eppure, forse, ancora siamo lontani dal comprendere quanto questa ha significato nella Mesoamerica; e non solo nei secoli dello splendore: anche quando la spinta acculturatrice olmeca era finita da secoli e dell’esistenza olmeca si era perso il ricordo.

È quanto accadde con la cultura di Cerro de Las Mesas, per due millenni persa fra le pieghe della storia, sepolta fra gli acquitrini e il fango dell’Olman: eppure fu questa l’erede diretta degli Olmeca e per secoli egemone in gran parte della Mesoamerica. Solo ora il velo sembra aprirsi e così sappiamo che a Cerro de las Mesas nacque la cultura che fece da ponte fra il Popolo del Giaguaro e le culture maya e zapoteca.

I misteri ancora superano di gran lunga le cose che si conoscono della grande cultura della costa del Golfo. Perché e come finì la cultura olmeca? Chi ne furono gli immediati successori? Ebbero gli Olmeca una scrittura? E in tal caso, che evoluzione ha avuto? Ancora: cosa accadde fra la fine degli Olmeca e l’avvento di Teotihuàcan e delle altre grandi culture (maya, zapoteca ecc.)?

In un seminario organizzato dal Centro studi americanistici “Circolo Amerindiano” di Perugia fra il 1983 e il 1988 si giunse, con tutta la prudenza del caso, a suggerire delle ipotesi: l’Olmeca era stato un grande movimento religioso e politico che aveva egemonizzato l’intera area; la sua fine fu dovuta a un rinnovamento globale del modo di pensare e di essere mesoamericano: un rinnovamento nato dalle terre dell’Altopiano centrale del Messico; gli Olmeca erano in possesso di un codice grafico, cioè di una scrittura, che fu, in maniere diverse, all’origine di tutti i codici grafici immediatamente successivi (zapoteca, maya e teotihuacano-mixteca); infine, l’assetto etnolinguistico attuale della Mesoamerica lascia supporre che la base etnica della cultura olmeca sia da attribuire a una etnia proto-Mixe-Zoque (cioè antenata della Mixe-Zoque, una delle famiglie linguistiche ancora presenti in Mesoamerica).

Quando fu scoperta, si pensò che la cultura olmeca fosse l’espressione di un solo popolo, etnicamente circoscritto, e che la sua diffusione fosse stato il prodotto di una conquista. Ma le testimonianze suggeriscono un diffondersi dell’Olmeca in maniera prevalentemente pacifica a opera dell’intero variegato panorama etnico mesoamericano. L’Olmeca fu un modo di sentire e vedere l’universo, un complesso di modelli ideali e comportamentali che fra il 1200 e il 600 a.C. furono condivisi da tutte le genti della Mesoamerica. Fu un movimento di idee, dunque, e come tale, quando il mondo cambiò, allorché nuove idee sembrarono dare risposte più adeguate alle domande dei Mesoamericani, il mondo olmeca si sgretolò, trascinando con sé gli uomini che su di esso avevano creato il proprio potere e, con loro, tutto ciò che avevano costruito. […]